Il primo sottomarino costruito e progettato a Taiwan è ormai prossimo al varo. Così come scritto dal Corriere della Sera, la cerimonia di inaugurazione avverrà il prossimo ottobre dopo che per sette anni una squadra speciale ha lavorato in gran segreto, un migliaio fra ingegneri militari, tecnici e maestranze, presso i cantieri navali di Kaohsiung. Un sottomarino che avrà l’obiettivo di riequilibrare la situazione navale attorno all’isola dove le navi da guerra dell’Esercito popolare di liberazione cinese sono all’ordine del giorno, con tanto di appoggio aereo nei cieli.
Il nuovo sottomarino di Taiwan fa parte della classe IDS, Indigenous Defense Submarine, e la Difesa di Taipei ha in programma di costruirne otto nei prossimi anni: saranno armati con dei siluri MK-48 prodotti in America, e utilizzabili contro unità di superficie ma anche contro altri sommergibili. Come ricorda il quotidiano di via Solferino, attualmente la marina di Taiwan non dispone di alcun sottomarino, se si escludono i due acquistati in Olanda negli anni ’80 e i due residui della seconda guerra mondiali, utilizzati per l’addestramento.
TAIWAN, PRONTO IL SOTTOMARINO: IL COMMENTO DI HSINBIAO JIANG E DI ELY RATNER
Ovviamente a Taiwan nessuno pensa di poter contrastare la potenza di fuoco imponente della Cina con un solo sottomarino, tenendo conto che Pechino ne avrà almeno 70, di cui dodici a propulsione nucleare, «Ma ci permetterà di impedire alla portaerei cinese di avvicinarsi all’isola per tagliare le linee di rifornimento e con unità come questa saremo in grado anche di evitare un accerchiamento e un blocco navale», le parole al Corriere della Sera da parte dell’ex ufficiale di Marina Hsinbiao Jiang, facente ora parte del think tank governativo Institute for National Defence and Security Research.
Anche il Pentagono pensa che un blocco navale da parte della Cina finirebbe con un fallimento: «Parlare di blocco navale è più facile che attuarlo: rappresenterebbe un grosso rischio di escalation per Pechino, che dovrebbe decidere cosa fare con le navi civili dirette nell’isola a dispetto dell’accerchiamento, non pensiamo che avrebbero il coraggio di attaccare davvero», le parole di Ely Ratner, vicesegretario alla Difesa per l’Indo-Pacifico.