Torna a salire la tensione tra Usa e Cina su Taiwan. Per la prima volta dalla visita del 2 agosto scorso della speaker della Camera statunitense Nancy Pelosi a Taipei, che a causato la reazione di Pechino che ha avviato esercitazioni senza precedenti, si sono riviste due navi da guerra americane. La Marina Usa in un comunicato ha scritto che questo passaggio «dimostra l’impegno degli Stati Uniti per una regione indo-pacifica libera e aperta».



La Settima Flotta, che si trova di stanza in Giappone, ha spiegato che i due incrociatori missilistici della classe Ticonderoga (USS Antietam e USS Chancellorsville) hanno eseguito un transito definito di «routine» nelle acque «in cui si applicano la libertà di navigazione e di sorvolo in conformità alle norme internazionali». Quindi, le due navi statunitensi hanno attraversato un corridoio nello Stretto di Taiwan che si trova al di fuori delle acque territoriali di ogni Stato costiero. «L’esercito americano vola, naviga e opera ovunque il diritto internazionale lo consenta». La reazione della Cina non si è fatta ovviamente attendere.



CINA A USA “PRONTI A SVENTARE PROVOCAZIONI”

Il portavoce cinese Shi Yie, infatti, ha dichiarato che il Comando del Teatro Orientale dell’Esercito popolare di liberazione «sta monitorando le navi statunitensi durante il loro transito ed è a conoscenza di tutti i loro movimenti». Quindi, ha avvertito che le truppe cinesi restano «in stato di massima allerta e sono pronte a sventare qualsiasi provocazione». Si tratta di attraversamenti che richiedono di solito 8-12 ore per essere completati e sono monitorati attentamente dall’esercito della Cina che negli ultimi giorni ha risposto alle visite americane a Taiwan con altri sorvoli di aerei e pattugliamenti marittimi nei pressi dell’isola.



Comunque, i passaggi tramite lo Stretto non rappresentano una novità per la Marina statunitense. Infatti, nell’ultimo decennio le navi Usa hanno effettuato mediamente nove viaggi all’ano. Quello precedente al transito odierno risaliva al 19 luglio. Hu Xijin, ex direttore di Global Times, giornale nazionalista del Partito cinese, su Twitter ha attaccato la mossa Usa: «Questa è la nuova provocazione dell’esercito americano. Gli Stati Uniti sono una forza molto ostile. La risoluzione della questione di Taiwan dovrebbe essere accelerata per eliminare la spinta delle forze esterne a minare l’ascesa della Cina».