LA DIFESA DEI CRISTIANI NON SOLO IN AFRICA: L’IMPEGNO DEL MINISTRO TAJANI

È stata la giornata dei vicepremier oggi al Meeting di Rimini 2023: prima Matteo Salvini sul PNRR, poi Antonio Tajani per discutere di politiche con l’Africa e di difesa dei cristiani perseguitati in larghe parti del mondo. «È necessario sostenere politicamente ed economicamente le missioni cristiane in Africa. Quando penso alle tante missionarie e missionari nel mondo, dobbiamo levarci il cappello e ringraziarli per quello che fanno»: lo ha detto il Ministro degli Esteri Antonio intervenendo al Meeting Rimini 2023 nell’incontro dal titolo “Le nostre comuni sfide con l’Africa”. Dialogando con Giampaolo Silvestri, Segretario Generale AVSI, Tajani sottolinea in più passaggi la necessità di mantenere viva l’attenzione sulle opere sociali e religiose della Chiesa.



«Non capisco perché se c’è una minoranza offesa tutti si agitano, se viene offesa invece una minoranza cristiana non è così, la persona va sempre tutelata», riflette il vicepremier del Governo Meloni facendo diretto riferimento a quanto avvenuto anche solo negli ultimi mesi in diverse parti dell’Africa (Nigeria in testa) e ora in Pakistan. «Abbiamo assistito alla devastazione di decine di chiese in Pakistan perché due cristiani avrebbero danneggiato il Corano: anche se fosse vero non si mette a ferro e fuoco una città perché professa una religione diversa», condanna nettamente il Ministro che già negli scorsi giorni con la Farnesina si è attivato per far sentire il pieno sostegno dell’ambasciata italiana ai cristiani perseguitati nel Punjab pakistano. Allargando il discorso sul futuro dei rapporti geopolitici tra Europa, Africa e Medio Oriente, Tajani boccia l’atteggiamento coloniale che ancora troppo spesso contraddistingue varie superpotenze mondiali.



ANTONIO TAJANI: “TOGLIERE CROCIFISSO DA SCUOLA È RINUNCIA DELLA PROPRIA IDENTITÀ

«Se pensiamo di porci con l’Africa con una mentalità neocoloniale rischiamo di avere un rifiuto che farebbe danno non solo a noi, ma farebbe arrivare altre realtà come Russia e Cina che hanno interessi egemonici»: piuttosto, aggiunge Tajani al Meeting Rimini 2023, è ben più conveniente e umanamente spendibile l’approccio di un “Piano Marshall europeo” che prenda ad esempio i progetti italiani del Piano Mattei dove l’Italia «mette a disposizione la tecnologia creando vantaggio per il Paese dove si investe». Il Ministro degli Esteri rileva come insieme a questi investimenti «c’è la possibilità di far sì che il nostro saper fare di agricoltori e imprenditori possa essere trasferito nel continente africano, con accordi vincenti per loro e per noi».



Sul fronte Niger – come ha spiegato ancora Tajani nell’intervista esclusiva al “Sussidiario.net” – il golpe contro il presidente Bazoum è uno dei punti più allarmanti della già intricata vicenda nel Sahel: pur condannando il colpo di stato dei militari contro il Governo legittimo, «l’Italia non ha mai sostenuto un intervento militare internazionale o europeo. Agendo in tal senso, saremmo stati visti come colonialisti, uccelli rapaci che volevano prendersi l’uranio perché a noi utile. Non è questo il modo di rapportarsi con l’Africa». Sul finire dell’incontro a Rimini, Tajani torna a parlare del tema culturale e sociale della presenza cristiana nel mondo, rientrando però un attimo nei confini di casa nostra: «I cristiani non abbiano paura a dirsi cristiani: togliere il crocifisso dalla scuola o dall’ufficio pubblico non è rispetto della minoranza, è rinunciare alla propria identità», rileva il leader di Forza Italia, «Quando si rinuncia alla propria identità, si diventa aggressivi. Se tu rinunci alla tua identità e hai paura di professare la tua fede, ti ritrovi davanti uno che invece rispetta la propria fede».