Mario Draghi, persona di “grandissimo spessore”, candidato come presidente della Commissione europea è una ipotesi ancora “prematura”: a parlarne è Antonio Tajani. A detta del ministro degli Esteri spendere ora il suo nome per “strappare un titolo di giornale” è irrispettoso. Il vicepresidente del consiglio ne ha parlato a “Zona bianca” in onda su Retequattro. “Mario Draghi è persona di grandissimo spessore, è stato un apprezzatissimo direttore della Banca centrale europea (Bce)” ha affermato. Un ruolo conquistato – a detta di Tajani – grazie a una battaglia “di grande successo di Silvio Berlusconi”.
L’ex BCE “è stato presidente di un governo di cui Forza Italia ha fatto parte, e può ricoprire qualsiasi ruolo, ma io non lo tirerei per la giacchetta. Usare il suo nome per fare un titolo di giornale o costruirci una battaglia politica è ora irrispettoso” secondo il ministro degli Esteri. Il vicepremier ha poi concluso: “Ho grande stima per Draghi” ma tempi e processi per far sì che sia candidato come presidente della Commissione europea devono ancora essere costruiti.
Tajani: “Soddisfatto per l’accordo sul Superbonus”
Ieri, dopo il via libera del Cdm ad una norma ad hoc riguardante il nuovo intervento sul Superbonus, Tajani ha espresso soddisfazione: “Sono molto soddisfatto per l’accordo raggiunto sul Superbonus. C’è una tutela importante per le imprese e per i cittadini, soprattutto quelli meno abbienti. Ci sarà una sorta di sanatoria per il 2023 per chi ha superato il 30% dei lavori, se non ha raggiunto la fine dei lavori non dovrà pagare nulla anche per eventuali omissioni. Quindi di fatto né l’impresa si rivarrà sui condomini ne dovrà versare penali allo Stato“.
Fuori da Palazzo Chigi, al termine della riunione del Consiglio dei ministri, Tajani ha proseguito: “Un messaggio molto forte per le persone che lavorano, che hanno lavorato e per le persone perbene. In più per i lavori che non sono stati conclusi al 100%, che usufruivano del Superbonus e 110%, e lo stato di avanzamento dei lavori è già stato fatto prima del 31 dicembre, per le persone meno abbienti sarà lo Stato a pagare la differenza tra il 70% e il 110%”.