Per l’Europa è arrivato il momento della Difesa comune: è qualcosa a cui non si può più rinunciare. A sollecitare una svolta sono Antonio Tajani e Manfred Weber del del Partito Popolare Europeo (PPE). In una lettera pubblicata dalla Stampa partono dalle crisi geopolitiche in atto: l’invasione russa dell’Ucraina, la guerra di Gaza e gli attacchi alle navi mercantili nel Mar Rosso. Vicende che hanno aperto gli occhi ai cittadini europei: «Dobbiamo andare avanti sulla strada della Politica estera e della Difesa comune della Ue», scrivono i due politici al vertice del Ppe. Il tema non è nuovo, anzi se ne parla da settant’anni, ma le cose ora potrebbero cambiare, perché «i governi e le opinioni pubbliche hanno capito che l’Europa deve potersi difendere e deve avere una sua politica estera comune». Il sostegno popolare, però, non basta secondo Tajani e Weber: «L’Unione deve muoversi più velocemente: solo uniti potremo proteggere davvero i nostri cittadini».



Il punto di riferimento per il segretario di Forza Italia e il presidente del Ppe deve restare la Nato, «di cui sosteniamo pienamente il rafforzamento, a cominciare dall’adesione della Svezia». Ma l’Alleanza Atlantica ha bisogno di un’Europa disposta a fare la sua parte. Inoltre, nell’ultimo decennio Russia e Cina hanno incrementato la spesa per la difesa, così come gli Stati Uniti, mentre l’Ue ha fatto meno. «E se guardiamo all’efficacia e alla capacità di deterrenza siamo ancora più indietro, perché ad esempio Oltreoceano si utilizza un singolo tipo di carro armato principale, mentre la Ue ne ha 17 modelli diversi. Gli Stati Uniti utilizzano 30 sistemi d’armamento, mentre nella Ue ne utilizziamo circa 180».



LE TRE PROPOSTE DEL PPE PER LA DIFESA COMUNE

I passi da seguire per una vera Difesa europea sono tre secondo il Partito popolare europeo (Ppe), e sono tutti importanti. In primis, per Antonio Tajani e Manfred Weber, bisogna «aumentare la capacità di produzione di armamenti, attraverso iniziative militari congiunte», ma anche «razionalizzare e unire il più possibile la spesa per risparmiare, puntando a un mercato unico per la Difesa». In secondo luogo, bisogna «lavorare di più e meglio insieme nelle scelte politiche, facendo leva ad esempio sulla “Cooperazione strutturata permanente”», la cosiddetta Pesco, che vanta 47 progetti di difesa congiunta attivi, ma andrebbe «migliorata sia in termini di finanziamento che di capacità operativa». Ad esempio, per Tajani e Weber avrebbe «un’importanza cruciale» il progetto sul trasporto militare.



Invece, per quanto riguarda l’obiettivo di lungo termine è sviluppare «una vera “Unione europea di difesa” con forze integrate di terra, mare e aria». Un esercito europeo, però, non può essere creato da un giorno all’altro, motivo per il quale il Ppe ritiene che bisogna avviare lo studio dei meccanismi per muoversi in maniera unita in caso di crisi. Il segretario di Forza Italia e il presidente del Ppe ritengono che ci si debba concentrare soprattutto «su settori quali la difesa informatica, la cybersecurity e la sicurezza dello spazio, aiutando le autorità nazionali a mettere a sistema le risorse e a coordinarsi meglio». L’Ue è chiamata ad occuparsi anche di progetti di lungo termine come uno scudo di difesa antimissile e nucleare, collaborando con i partner transatlantici. Il terzo obiettivo è strategico: l’Europa deve parlare con una sola voce per avere più peso.

TAJANI E WEBER PROPONGONO UN COMMISSARIO EUROPEO PER LA DIFESA

Antonio Tajani e Manfred Weber sostengono «un maggiore utilizzo del voto a maggioranza qualificata nelle decisioni», quindi va superato il voto all’unanimità nel Consiglio e nel Consiglio europeo di politica estera, sicurezza e difesa. Inoltre, sostengono l’idea di introdurre un commissario europeo per la Difesa che coordini le questioni che ricadono nelle competenze dell’Ue, promuovendo la cooperazione tra Stati membri e garantendo un adeguato bilancio alla difesa, «nell’ordine dello 0,5 del Pil Ue, oltre ai bilanci nazionali». Nella lettera pubblicata sulla Stampa, Tajani e Weber evidenziato che, alla luce dei mancati risultati degli Alti rappresentanti per la politica estera, il nuovo commissario potrebbe diventare una sorta di ministro degli Esteri dell’Ue, «anche per far si che l’Unione possa reagire più velocemente alle crisi internazionali e possa portare avanti in modo coerente le sue decisioni di politica estera». Tajani e Weber ricordano lo slanciò che portò alla creazione del Mercato unico e dell’Euro, perché dovrebbe essere il motore dell’evoluzione politica dell’Europa per arrivare ad una politica estera e difesa comune.

A tal proposito, l’Italia ha un ruolo importante visto che ha la Presidenza del G7 quest’anno. «Potrà imprimere un’accelerazione proprio sulla Difesa europea, da intendersi come pilastro europeo della Nato, anche avendo a mente l’appuntamento chiave del vertice dell’Alleanza di Washington in luglio». Tajani e Weber sono consapevoli che si tratta di una sfida complessa, d’altra parte «l’Unione europea ha sempre dimostrato di saper reagire e trovare soluzioni comuni di fronte alle crisi globali, a cominciare dalla risposta alla pandemia». Il Ppe è pronto a fare la sua parte, cioè a «dare un contributo fondamentale all’autonomia strategica dell’Unione europea e garantire la sicurezza delle future generazioni di europei». Dopo il successo dell’euro, si può fare lo stesso con politica estera e Difesa comune: «Oggi è una necessità assoluta. Deve diventare un altro successo europeo».