L’INTERVENTO DI TAJANI PRIMA DEL CONGRESSO NAZIONALE DI FI: “MI CANDIDO A SEGRETARIO, PUNTIAMO AL 10%”
«Mi candido a segretario di Forza Italia»: l’annuncio, anche se scontato, arriva dal Ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani nella conferenza stampa alla Camera in vista del primo Congresso nazionale senza il fondatore Silvio Berlusconi (in programma il 23-24 febbraio prossimi, ndr). Dalla giustizia al lavoro, dall’economia ai dossier esteri, il Congresso di FI porterà all’attenzione i tanti temi politici del momento, suggellando però quasi certamente la figura di Antonio Tajani come primo segretario forzista dopo la morte del compianto ex Presidente del Consiglio. Da reggente a titolare, il passo per il Ministro degli Esteri e vicepremier sembra ormai compiuto: «verrà eletto al Congresso non un uomo solo al comando, è il coordinatore di una squadra che rappresenta la classe dirigente del nostro Paese. Occorre allargare i confini di Forza Italia: penso alle liste civiche, alle forze del popolarismo europeo».
Tajani sottolinea nella conferenza stampa alla Camera come la famiglia Berlusconi non è prevista come presenza al Congresso, anche se con i figli di Silvio «siamo in costante contatto, ci seguiranno, la loro attenzione è costante, in qualche modo si faranno vivi con una propria testimonianza. Ma sono imprenditori, fanno un altro mestiere». I primi obiettivi sono le prossime tappe elettorali, a cominciare dalla possibile ricandidatura del Governatore forzista in Basilicata: «Il candidato migliore per la Basilicata è Bardi», anche se sull’ipotesi terzo mandato il vicepremier aggiunge «siamo favorevoli al terzo mandato per i sindaci per i comuni sopra 15mila abitanti. Siami perplessi sulle regioni perché le regioni hanno anche un potere legislativo, quindi come sta emergendo nel dibattito sulle riforme credo che 10 anni siano sufficienti. Si può fare anche altro, non è che si deve fare per forza 30 anni il presidente di regione. È una questione di democrazia non lo facciamo contro qualcuno. Sono convinto si troverà una sintesi».
FUTURO FORZA ITALIA ALLE EUROPEE, BASILICATA ED EREDITÀ BERLUSCONI: COSA HA DETTO TAJANI A “LIBERO”
L’intervento in vista del Congresso nazionale di Forza Italia era stato anticipato da una lunga intervista a “Libero Quotidiano”, dove Tajani aveva posto l’accento sui reali obbiettivi politici verso le Elezioni Europee, così come sul futuro del partito nell’area di Centrodestra dopo essere finora “sopravvissuto” alla morte del suo fondatore «Dopo la scomparsa di Silvio – una ferita ancora aperta – tutti ci davano al 3%, risucchiati dalla tragedia. Invece oggi puntiamo al 10% alle Europee e al 20% alle prossime Politiche. Pensiamo anche al 11-12% alle Amministrative in Basilicata, Abruzzo, Sardegna». L’idea, rilanciata ancora dal Ministro degli Esteri, è quella di una Forza Italia in modalità “Franco Battiato”: «vogliamo diventare il “centro di gravità permanente della politica italiana”. Ma, a differenza di quanto dice qualcuno, noi non pensiamo di rubare elettori a Fratelli d’Italia o Lega».
Il “piano” degli azzurri è quello di occupare lo spazio elettorale presente tra Fratelli d’Italia e Partito Democratico, senza appunto “rubare” i voti agli alleati leghisti: «in realtà, c’è uno spazio enorme fra la Meloni e la Schlein, e lì noi puntiamo, sempre tenuto conto che viviamo tre guerre e l’economia in crisi». Guardando alle Europee di giugno l’obiettivo del 10% può essere alla portata se si riesce ad incarnare appieno i valori di una destra liberale “alternativa” alla destra sociale e sovranità: «io sono il figlio di un’alleanza tra popolari, liberali e conservatori», afferma il vicepremier, ribadendo come con la Lega di Salvini l’accordo è sempre possibile in Europa («ci stiamo sempre e comunque») mentre con Adf e Marine Le Pen «decisamente no. Si è dichiarata atlantista? non basta una semplice dichiarazione. Servono i fatti. E serve un percorso sentito e articolato. Il nostro riferimento in Francia sono Les Républicains».
Elencando i temi chiave della prossima campagna elettorale verso le Europee, Tajani sottolinea «Siamo per le privatizzazioni, per una politica estera liberale, per cui non è importante chi fornisca un servizio al cittadino – pubblico o privato – ma come e in quanto tempo lo si fornisce, vale per il trasporto pubblico, per la raccolta dei rifiuti, ecc. Siamo per l’alleggerimento della pressione fiscale. Siamo per i contratti collettivi e non per il salario minimo». Sull’ambiente serve superare l’ideologia green, calandosi nel ruolo di “ambientalisti intelligenti”, ovvero «non quello panteista della Papessa Greta Thunberg e del sacerdote Timmermans»; un programma vasto che non può non considerare il tema chiave della difesa, alzando il tetto delle spese militari al 2% ma «tenendo fuori dal computo le missioni in medioriente e in Iraq; e il costo dei nostri militari sono in Africa, in Ucraina, ai confini del Mar Rosso».