ITALIA COL G7 PER LA PACE IN MEDIO ORIENTE, PARLA TAJANI: “PRONTI A INVIO TRUPPE PER LA PALESTINA”
L’Italia sarebbe pronta all’invio di truppe in Medio Oriente per garantire una forza di interposizione a Gaza, qualora si riuscisse a creare realmente lo Stato della Palestina: lo ha annunciato ieri sera il Ministro degli Esteri Antonio Tajani ospite di Nicola Porro a “Quarta Repubblica”, spiegando poi bene nel dettaglio oggi al “Forum ANSA” il significato di una mossa del genere da parte del nostro Paese. «Il nostro compito è scongiurare e tranquillizzare le nostre opinioni pubbliche», ha detto il vicepremier dopo aver incontrato stamane alla Farnesina gli Ambasciatori dei Paesi Arabi coinvolti nell’area di forte tensione dallo scorso 7 ottobre.
Il governo italiano, ha aggiunto Tajani all’ANSA, «è fortemente impegnato per la pace, siamo amici di Israele ma vogliamo lavorare per la pace, compreso l’invio eventuale di truppe qualora si volesse creare uno Stato palestinese con forze di altri Paesi». L’Italia continua a sostenere Israele lealmente ma al contempo dimostra di avere un forte dialogo con l’Anp (Autorità Nazionale Palestina) come interlocutore diretto: «ho sentito anche il nuovo primo ministro Mustafa, che ho invitato in Italia a dimostrazione che noi vogliamo avere un rapporto con l’unica autorità legittima palestinese, per lavorare alla soluzione dei due popoli due stati: l’unica soluzione possibile per la stabilità dell’area», ha spiegato ancora il Ministro degli Esteri nel forum ANSA sulla guerra in Medio Oriente.
Condanna netta all’Iran dopo l’attacco missilistico di sabato notte, dialogo con Israele e palestinesi ma generale disponibilità ad abbassare i toni per una cruciale de-escalation: «l’obiettivo è impedire che l’unica vera democrazia del Medio Oriente venga distrutta», sottolinea Tajani il quale però considera lo scenario su Gaza altrettanto fondamentale. Per questo il Governo pensa a contribuire attivamente all’eventuale forza di interposizione ONU per il post-Hamas nella Striscia.
MEDIO ORIENTE, NIGER E UCRAINA: COSA HA DETTO IL MINISTRO DEGLI ESTERI SUGLI IMPEGNI DELL’ITALIA
«L’attacco iraniano va assolutamente condannato», ripete più volte nel forum all’ANSA il vicepremier Antonio Tajani schierato con il G7 per impedire lo scoppio di un conflitto ancora più vasto del già complesso scontro Israele-Hamas: «Il G7 ha dato un messaggio molto chiaro – ha spiegato il leader di Forza Italia -, ne parleremo da domani a Capri tra ministri degli Esteri, stasera incontrerò il ministro canadese e domani il segretario Blinken prima della riunione di Capri. I temi sono Gaza, Iran-Israele, Mar Rosso e Ucraina. Ci sarà Kuleba ma anche la Mauritania, alla guida dell’Unione africana».
Nella riunione delle prossime ore con i Ministri degli Esteri del G7, Tajani punta alla posizione centrale dell’Italia come «portatrice di pace», pur rimanendo fermo il sostegno a Israele: «L’Italia per la sua tradizione pur radicata nell’occidente potrà essere protagonista. Avere l’Italia alla guida del G7 è un’opportunità per tutti per avere la pace». Allontanando per ora il rischio minacce per il nostro Paese («l’unico rischio che potrebbe esserci è di qualche lupo solitario per un effetto di emulazione, ma l’attività di prevenzione ha già dato risultati positivi»), Tajani inquadra gli altri focolai di guerra attivi a livello internazionale.
«Nella regione di Agades, in Niger, passa il traffico di armi e droga, dobbiamo avere un nostro presidio. Gli italiani sono ben visti: non c’è stata mai in Niger una manifestazione contro di noi. L’Italia e l’Europa devono avere una presenza nell’Africa subsahariana per stabilizzare quella regione», aggiunge il Ministro degli Esteri chiedendo maggior spazio per l’Italia e per l’Europa nell’Africa dove si rischia un semi-monopolio Russia-Cina. Parlando invece di Ucraina, a livello internazionale occorre trovare al più presto il dialogo giusto per portare tutti al tavolo di pace: «siamo di fronte a un’offensiva russa sul terreno e dal cielo, noi li stiamo aiutando in tutti i modi possibili a resistere, perché solo se non c’è una sconfitta ucraina si può dare vita a un tavolo della pace, perché per sedersi bisogna essere contendenti non un vincitore e un vinto, altrimenti ci sarebbe un diktat del vincitore e non un accordo». Tajani ha infine annunciato che ben presto gli Usa daranno maggiore apporto militare a Kiev e pure l’Italia continuerà la missione da tutti i punti di vista, «politico, finanziario, anche militare».