TAJANI ‘SFIDA’ LA SINISTRA SUL SALARIO MINIMO: “SERVE LO STIPENDO PIÙ RICCO”

Come prima uscita pubblica dopo essere stato nominato sabato nuovo segretario nazionale di Forza Italia, il vicepremier Antonio Tajani decide di lanciare una sfida a distanza alla sinistra sulla “battaglia” lanciata da Conte e Schlein dopo la messa in “pensione” del Reddito di Cittadinanza da parte del Governo Meloni. Sul salario minimo, misura diventata ora bandiera per il Movimento 5Stelle e per parte del Pd, il Ministro degli Esteri è netto: «Come si può arrivare ad avere un salario ricco? Non basta dire ai datori di lavoro di aumentare lo stipendio».



Tajani va però oltre il mero slogan e prova a spiegare come si possa mettere il datore di lavoro nelle condizioni di alzare gli stipendi: «innanzitutto, abbassando le tasse sul lavoro. L’abbassamento del cuneo fiscale, che continueremo a fare, non è sufficiente. Se vogliamo avere il salario ricco e non il salario minimo, dobbiamo far sì che le grandi riforme mettano l’Italia nella condizione di poter crescere di più». Nell’intervento rivolto ai giovani “Anuman, la Foresta delle Idee”, a Tolfa, il neo-leader di FI dopo la morte di Silvio Berlusconi aggiunge «Dobbiamo liberare da tutti i fardelli chi può e deve intraprendere. Lo Stato deve liberare energie e risorse, metta nelle condizioni tutti coloro che vogliono intraprendere di poterlo fare».



SALARIO MINIMO, IRA CONTE: “NON VI DAREMO TREGUA”

La logica liberal-sussidiaria da contrapporre allo statalismo-centralista profusa da Tajani non è affatto piaciuta al leader del M5s Giuseppe Conte che infatti nella lunga intervista a Sky TG24 prova a smontare gli argomenti del Governo e del suo vicepremier sul salario minimo: «Al governo non daremo mai tregua sul salario minimo legale. Se si macchieranno di questa grave responsabilità, noi ne faremo un cavallo di battaglia per la campagna elettorale europea, per il futuro del paese».

È sempre l’ex Premier a manifestare il suo rimpianto per non essere riuscito quando era a Palazzo Chigi a fare approvare la norma sul salario minimo: «Non c’è stato mai il consenso necessario in Parlamento, e oggi che le opposizioni su questa battaglia ci sono non c’è il governo, che avrebbe la prima responsabilità di rispondere alle esigenze del Paese e invece taglia il reddito di cittadinanza per poi introdurre una social card, a lavoratori sottopagati che hanno buste paga di due, tre, quattro euro lordi l’ora risponde che vuole ragionare sulla contrattazione collettiva e vedere il welfare nel suo complesso. Li prende in giro».