Da quando la loro “Shimmy Shimmy” è stata diffusa il 28 maggio, Takagi & Ketra (per la terza volta con Giusy Ferreri) sono tra i protagonisti dell’estate 2021 e continuano ad esserlo, nonostante le numerose nuove uscite estive di tanti altri artisti. Dopo più di un mese, allora, sono tornati a parlarne con Rockol, che gli ha fatto notare di non essere abbastanza vecchi per ricordarsi il brano “Ritorna allo Shimmy” di Adriano Celentano, contenuto nel suo primo album del 1960. Anche i Beatles in quell’annata cantarono “I Wish I Could Shimmy Like My Sister Kate” di Armand J. Piron, riproposta poi da David Bowie.
E’ infatti il fascino della danza del ventre che il singolo di Takagi & Ketra riporta alla mente: “E’ stata un’amica a parlarmi di questo ballo, che è lo shimmy, e mi ha colpito subito. Poi i nostri pezzi hanno sempre una componente di ballo dentro, quindi ci stava perfettamente”. A contribuire alla scrittura del brano è stata anche Federica Abbate, una delle giovani autrici più note nel panorama, che ha collaborato alla maggior parte dei successi della musica italiana. Di lei i due producer hanno detto: “E’ un super talento. Poi è ricca di melodie e non è da tutti. Questa caratteristica ce l’ha in maniera molto naturale”.
Takagi & Ketra: “Crediamo molto nel team”
Takagi & Ketra, in Italia, rappresentano la formula del “molti autori insieme” e rivelano a Rockol che oggi è più semplice, perché la loro generazione è molto aperta alle collaborazioni: “Noi crediamo molto nel team, più teste insieme portano ad avere un prodotto più bello ed efficace. E’ lo scambio di idee nella stanza che ci è mancato nel periodo della pandemia. Alcuni pezzi che sono stati scritti su Zoom hanno avuto meno impatto, quindi questa situazione ci ha scalfito un po’”. Il bello dei produttori e di chi c’è dietro la scrittura di una canzone è infatti lo stare insieme e ogni volta si migliora, ammettono, perché ognuno impara qualcosa dall’altro.
Incalzati a citare qualche produttore storico del passato del rock e del pop, Takagi & Ketra hanno fatto il nome di Phil Spector come caposaldo, e poi anche di Mark Ronson, Pharrell Williams, Quincy Jones. In un momento in cui la musica italiana sta vivendo l’incontro tra diverse generazioni, invece, i due ammettono che se loro avessero l’occasione di chiamare per un lavoro una voce degli anni Sessanta, il nome sarebbe quello di Rita Pavone: “E’ super cazzuta. Un personaggio fantastico, ci piacerebbe collaborare con lei. Faremmo un album urban pop, che riscopre tutte le sonorità dell’inizio della sua carriera”.