I talebani cancellano l’idea dell’infanzia”. A dirlo è, in un’intervista rilasciata al Corriere della SeraHela Ouardi. La scrittrice tunisina, in passato minacciata dall’Islam radicale, ha commentato le immagini provenienti dall’Afghanistan in cui madri e padri lanciano i figli piccoli oltre il filo spinato dell’aeroporto di Kabul per permettere loro di fuggire dal Paese.



La docente di letteratura e cultura francese all’Università El Manar di Tunisi conosce bene le dinamiche di questo tipo e comprende cosa spinga i genitori ad allontanarsi dai propri bambini pur di dare loro un futuro migliore. “È un incubo”. Così definisce la vita dei più piccoli sotto il comando dei talebani. “Finisce la nozione stessa d’infanzia. Le nuove generazioni saranno funzionali al progetto politico e sociale del potere”. Un fenomeno in crescita, già avvenuto in altri Paesi come Yemen Arabia Saudita, attraverso cui si eliminano le individualità e le ambizioni dei giovani al fine di renderli dei convinti militanti. Le bambine, invece, dovranno essere limitate al ruolo di madri, addestrate a concepire e crescere nuovi combattenti.



“Talebani cancellano idea dell’infanzia”: il ruolo dell’insegnamento secondo Hela Ouardi

Hela Ouardi non crede nelle parole dei talebani, i quali nel corso della prima conferenza stampa dell’Emirato islamico hanno annunciato – seppure con diverse contraddizioni – che le donne potranno continuare a lavorare in alcuni ambiti e soprattutto a studiare. “Non lo credo affatto. La loro influenza è destinata a crescere a dismisura”, ha detto la scrittrice.

L’educazione, in questo senso, non potrà essere altro che un “veicolo di integrazione in una macchina infernale”. Come d’altronde accaduto nei regimi di Adolf Hitler Iosif Stalin. I dittatori erano ben consapevoli del fatto che “controllare i bambini significa determinare il futuro a propria immagine e somiglianza”. È per questo motivo che tenere aperte le scuole non basta, anzi può essere controproducente. “Occorre soprattutto sapere quali sono i programmi di studio. E i loro non avranno nulla a che vedere con Cartesio e Voltaire, ne sono sicura”, ha concluso la docente.