Hanno fatto il giro del mondo le immagini dei combattenti Talebani fare il loro ingresso trionfale nel sontuoso palazzo di Abdul Rashid Dostum in Afghanistan. In molti, vedendo gli studenti coranici muoversi estasiati all’interno di stanze così sfarzose, hanno pensato si trattasse del palazzo presidenziale di Kabul. Era invece la residenza di uno dei tanti “signori della guerra” su cui l’Occidente faceva affidamento nella speranza di tenere a bada i Talebani una volta ritirate le proprie truppe. Un po’ come accaduto prima di lui ad Ismail Khan, l’ex ministro e mujaheddin noto con il soprannome di “leone di Herat”, anche Abdul Rashid Dostum non ha opposto resistenza ai Taliban. Lui, però, almeno è riuscito ad evitare l’umiliazione dell’arresto tra le mani degli accerimi nemici. Da capire se sia meno grave di quella della fuga…
TALEBANI NEL PALAZZO DEL SIGNORE DELLA GUERRA
Abdul Rashid Dostum avrebbe dovuto difendere la città di Mazar-i-Sharif dall’assalto dai Talebani. Invece è scappato con i suoi seguaci, le sue milizie non hanno opposto resistenza e hanno consegnato le chiavi della città agli insorti. Certo hanno fatto riflettere le immagini provenienti dagli interni della sua residenza. Con i fucili sempre in spalla, i Talebani hanno preso posto su divani in raso, consumando pasti seduti su per terra e scambiandosi servizi da thé in oro. L’impressione era quella di trovarsi quasi dinanzi a bambini alle giostre: riferimento non casuale visto che sulle giostre i Talebani sono poi montati davvero a Kabul. In ogni caso resta lo sconcerto per il contrasto tra quel lusso spropositato, al quale neanche i Talebani sono rimasti indifferenti, e la povertà del popolo afgano.