Nessuno lo aveva previsto, ma la realtà ha superato anche le previsioni più pessimistiche. L’avanzata dei talebani alla conquista dell’Afghanistan è sorprendentemente rapida. Hanno conquistato anche Herat, ex base delle forze italiane, e si avvicinano a Kabul. La loro violenza ha costretto decine di migliaia di famiglie a lasciare le loro case e fuggire. I talebani sono accusati di molte atrocità nelle aree che hanno conquistato. Una giovane vedova scappata da Taloqan all’Afp ha raccontato che «quando ci sono due ragazze in una famiglia, ne prendono una per sposarsi, quando ci sono due ragazzi, ne prendono uno per combattere». Uno sfollato di Kunduz, invece, ha riferito di aver visto i talebani decapitare uno dei suoi figli e di non sapere se «se il suo corpo è stato mangiato dai cani o sepolto».
L’offensiva è partita a maggio, quando è cominciato il ritiro definitivo delle forze americane e straniere. Negli ultimi giorni però la loro avanzata si è fatta più rapida, infatti hanno cominciato a conquistare diversi centri urbani. Nonostante ciò, il presidente americano Joe Biden non ha rimpianti per la sua decisione di lasciare l’Afghanistan, perché gli afghani «devono avere la volontà di combattere» e devono farlo «per loro stessi, per la loro nazione».
L’AVANZATA DEI TALEBANI IN AFGHANISTAN
Ma negli Stati Uniti cresce sempre di più la frustrazione per l’esercito di Kabul, anche perché lo hanno addestrato e finanziato per anni. Infatti, Ned Price, portavoce diplomatico Usa, ha dichiarato che le forze governative erano «largamente superiori in numero» ai talebani e quindi c’era «il potenziale per infliggere perdite maggiori». Dunque, non ritengono che l’avanzata dei talebani non possa essere fermata. Intanto prosegue. Gli afghani sono senza supporto aereo americano e senza migliaia di contractor che avevano il compito di far funzionare i sistemi forniti dagli Stati Uniti. Il Paese poi è sempre più ingovernabile a causa della sua frammentazione etnico-tribale.
Invece i talebani possono contare sul sostegno di Pakistan, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti, oltre che di Iran e Russia. L’obiettivo dei talebani è quello di riconquistare il controllo del governo per costringere il presidente Ghani alle dimissioni, così da istituire un «regime islamico puro». Non è detto che possano riuscirci, ma ora non si può neppure escludere. E questo sarebbe la disfatta per l’Occidente dopo venti anni di guerra che è costata 900 miliardi di dollari, di cui 7,5 per l’Italia.
LE REAZIONI IN USA ED EUROPA
Un fallimento già evidente, considerando che la Nato non ha né sconfitto i talebani né ha riportato la pace in Afghanistan. Non ha neppure ricostruito un esercito in grado di contrastarli. Intanto gli Stati Uniti valutano l’evacuazione del personale diplomatico. Sono in corso valutazioni per stabilire se sia necessario e prudente chiudere, ad esempio, l’ambasciata a Kabul entro la fine del mese. Il dipartimento di Stato Usa non ha negato l’indiscrezione riportata da Politico, infatti ha confermato taglio personale e ambasciata e l’invio di truppe a supporto di queste operazioni, ma ci sono reazioni anche dall’Europa. Ad esempio, la Germania ha annunciato di voler sospendere gli aiuti finanziari a Kabul se i talebani riuscissero a riprendere il potere.
Heiko Maas, ministro degli Esteri tedesco, a Zdf è stato chiaro: «Non invieremo un altro centesimo a questo Paese se i talebani prenderanno ne il controllo, introdurranno la legge della sharia e la trasformeranno in un califfato». Del resto, da Berlino arrivano 430 milioni di euro in aiuti all’anno ed è per questo uno dei maggiori donatori. «Anni di impegno italiano cancellati. Si discuterà a lungo su questa guerra e sul suo epilogo», ha invece twittato Paolo Gentiloni, ex premier ora commissario europeo all’Economia, dopo la conquista di Herat da parte dei talebani.