Tamara Pisnoli, ex moglie di Daniele De Rossi, rischia 10 anni e 9 mesi di carcere per tentata estorsione, rapina e lesioni. Questa la richiesta di condanna avanzata due giorni fa dal pm, secondo cui la donna ha preteso con la forza, durante un incontro a casa sua, 150mila euro dall’imprenditore Antonello Ieffi dopo aver pagato 84mila euro per l’acquisto della licenza di un impianto fotovoltaico. A quell’appuntamento erano presenti anche Francesco Camilletti e Francesco Milano, che ora rischiano la stessa pena. Inoltre, la donna avrebbe fatto picchiare l’imprenditore.



Lei però si difende da queste accuse: «Sono stata truffata. Ho invitato Antonello Ieffi a casa mia per cercare di risolvere una questione di soldi in modo civile, trovando una soluzione per la vendita di una licenza. Non ho mai detto a qualcuno di picchiare Ieffi». A riportare le parole di Tamara Pisnoli è il Corriere della Sera, spiegando che l’unica volta in cui l’ex moglie di Daniele De Rossi ha replicato alle accuse è stata nell’interrogatorio di garanzia reso al gip dopo essere stata arrestata il 2 dicembre 2014. In quell’occasione raccontò di essere stata truffata e di non aver fatto picchiare Antonello Ieffi. Da allora è rimasta in silenzio.



LA DIFESA “MAI PRETESO SOLDI CON LA FORZA”

Tamara Pisnoli è rimasta in silenzio anche durante il processo, avvalendosi della facoltà di non rispondere. La sua versione, però, non è mai cambiata. A ribadirla il suo legale. «La mia assistita non ha mai preteso di avere del denaro con la forza. Ci sono dei testimoni a suo favore», ha dichiarato l’avvocato Cesare Placanica, come riportato dal Corriere della Sera. La vittima è Antonello Ieffi, imprenditore condannato a due anni di reclusione in primo grado con l’accusa di turbativa d’asta per 3 milioni di mascherine anti Covid mai arrivate nel 2020 in Italia dopo un bando Consip. L’ex moglie di Daniele De Rossi, figlia di un pregiudicato ucciso nell’estate del 2008 per un regolamento di conti legato ad una rapina in banca, aveva concluso un affare acquistando la licenza per un impianto fotovoltaico dalla società E-Building Real Estate. Un accordo non vantaggioso per l’accusata, che quindi avrebbe chiesto un incontro all’imprenditore per chiedere indietro i soldi.



LA RICOSTRUZIONE DI TAMARA PISNOLI

«Dopo un primo appuntamento in cui dico a Ieffi che mi sta prendendo in giro, c’è un secondo incontro a casa mia. Andiamo al piano di sopra in terrazzo. Ci sono altre persone», ha detto nell’interrogatorio del dicembre 2014. Cita Manuel “il matto”, Manuel Severa, condannato a 7 anni in rito abbreviato con sentenza divenuta definitiva. Questi avrebbe tirato fuori un foglietto, sostenendo fosse un bonifico falso di Ieffi. «Lo prende a schiaffi, a pugni, io mi metto paura e scappo». Tamara Pisnoli raccontò che avrebbe voluto chiamare la polizia. «Ma me l’hanno impedito. L’aggressione è durata un po’. Io sentivo le botte, il casino, ma non volevo far picchiare Ieffi. Pensa che faccio picchiare una persona a casa mia con presente mia zia e un’amica?». La ricostruzione della Procura è differente: l’ex moglie di De Rossi avrebbe chiesto 150mila euro, tra cui gli 84mila già dati. Ieffi si sarebbe opposto e Tamara Pisnoli l’avrebbe minacciato: «Sai quanto ce metto a fa ammazzà ‘na persona? Basta che metto 10 mila euro in mano a un albanese. Non ce metto niente!!!». L’imprenditore non avrebbe ceduto e per questo sarebbe stato picchiato.