Gianmarco Tamberi, fresco di oro ai Mondiali, a “Stasera c’è Cattelan” racconta la gioia provata per una medaglia che aveva più volte cercato ma mai raggiunto: “Dopo 5 campionati consecutivi che ci provavo, finalmente anche questa l’ho portata a casa. Prima non mi ero neanche avvicinato al podio”. L’emozione più grande però è arrivata nel 2021: “Le Olimpiadi di Tokyo quelle che mi hanno emozionato di più. Un oro arrivato dopo l’infortunio, dopo 5 anni terribili. La gente si ricorda dove era in quel momento, è stata un’emozione”.



Quell’oro è stato condiviso con un suo collega oltre che amico: entrambi hanno raggiunto l’altezza di 2,37 m fallendo invece i tre tentativi per i 2,39. “L’ho vinto con Mutaz Essa Barshim, siamo molto amici, lo eravamo già da prima. Io e mia moglie eravamo stati anche al suo matrimonio. Sono stato contentissimo di dividerla con lui, è stato un momento unico: poesia. Tornando indietro la rivincerei con lui, lo preferirei piuttosto che vincerla solo” rivela.



Tamberi: “Non sapevo se sarei tornato a saltare”

Tamberi, quando ha partecipato alle Olimpiadi di Tokyo, veniva da un infortunio che lo aveva tenuto a lungo fermo facendogli vivere 5 anni di inferno: “Nel 2016, prima delle Olimpiadi di Rio, un mese prima, all’ultimo salto vinsi con il record italiano ma mi ruppi la caviglia con un infortunio molto brutto. Tutto era perfetto ma è iniziato un incubo durato 5 anni, con anche il Covid di mezzo. È stato devastante. Mi hanno operato dicendomi che non sapevano se sarei tornato a saltare”.

L’infortunio ha tolto tanto all’atleta azzurro, dandogli allo stesso tempo la spinta per ricominciare a provarci: “Quando ho ricominciato a quel livello, volevo ricominciare solo per provare a vincere le Olimpiadi. In quel momento ho vissuto una cosa talmente terribile che mi ha dato la forza di rialzarmi e di stupire tutti perché a me piace stupire. Nessuno se lo aspettava ma era la mia opportunità, il mio momento”. Non solo salto in alto. Gianmarco Tamberi è appassionato anche il basket. A Cattelan racconta: “Sono appassionatissimo di pallacanestro. Per me partecipare all’All Star Games era come stare in un parcogiochi”.