Gianmarco Tamberi mette in cassaforte un’altra medaglia, ma non mancano le polemiche. L’atleta azzurro è ora campione nazionale di salto in alto dopo lo spareggio contro Marco Fassinotti, con il quale aveva chiuso alla pari la gara a 2.23. Fino a lì un percorso netto per entrambi, poi tre errori a testa a 2.26. Quando Tamberi avrebbe proposto al “rivale” di condividere l’oro, come successo anche alle Olimpiadi di Tokyo, Fassinotti avrebbe detto di no, rifiutandosi di condividere il titolo. I due sono dunque andati all’extra time, dove sia Tamberi sia l’avversario hanno rifallito a 2.26. Dopo la discesa a 2.23, entrambi sono riusciti a superare la misura. Ecco allora la risalita a 2.23, con Gimbo che questa volta non ha sbagliato, arrivando dunque a vincere l’oro.
Dopo aver superato la misura, Gimbo è andato via senza stringere la mano al rivale. Oltre a non aver scambiato con Fassinotti il cinque, Tamberi ha fatto il tipico gesto del “vaffa” all’avversario, probabilmente perché avrebbe preferito condividere il titolo alla pari risparmiando energie preziose in vista dei prossimi impegni, tra cui il Mondiale, ma non soltanto. Dietro ci sarebbe infatti anche qualcos’altro, come ha raccontato lui stesso.
La spiegazione di Tamberi
Il gesto di Gianmarco Tamberi nei confronti di Marco Fassinotti, colpevole di non aver voluto condividere il titolo nazionale (e non soltanto), non è passato inosservato, tanto che lo stesso campione olimpico è tornato a parlarne sui social. Gimbo, che a Tokyo aveva chiuso alla pari con Mutaz Barshim, condividendo con lui l’oro, ha spiegato: “Ho reagito a una provocazione in un momento della gara di massima tensione: voglio chiedere scusa a tutti, quelli presenti e quelli che seguivano dalla tv. Sono stato provocato e sono caduto nella provocazione. Detto questo, vorrei andare nel dettaglio”.
Il campione azzurro ha proseguito: “È stata una gara che si è decisa allo spareggio, tra me e Fassinotti. Avrei voluto saltare molto più in alto, perché era la mia ultima prima del Mondiale. Marco sapeva quanto ci tenessi. Invece è andata diversamente, ho avuto difficoltà durante tutta la gara. Quando ho saltato 2.26 e ho vinto, la gara non poteva continuare, l’asticella non si poteva più alzare. Quando sono sceso dal saccone, sono andato incontro a Marco per stringere la sua mano e congratularmi della sua buona prova. Lui mi ha guardato con un sogghigno e mi ha detto ‘Tanto non puoi andare avanti’, come a dire ‘Avrai anche vinto ma non ottieni quel che cercavi’. Io a quel punto non ci ho visto più, anche perché mi aveva stuzzicato per tutta la gara ed era successo anche in passato”.