Storia vera del film Resta con me basata sul naufragio di Tami Oldham Ashcraft e Richard Sharp

Tami Oldham Ashcraft e Richard Sharp sono i protagonisti del film Resta con me che racconta la storia vera dei due velisti. Lei, dopo 41 giorni alla deriva nel Pacifico, riesce a salvarsi cercando di trovare la forza in se stessa. Ad aiutarla, come ha raccontato lei dopo essersi salvata, sarebbe stata una voce che Tami ha sentito per tutto il tempo. Tami e Richard, esperti velisti, giovani e innamorati, decidono di affrontare insieme un’aventura, ma un uragano li sorprende spazzando via il sogno del loro amore e di vivere insieme la passione per il mare. Un film intenso che rispecchia quella che è stata la vera storia di Tami (aggiornamento di Stella Dibenedetto).



Storia vera del film Resta con me ispitata a Tami Oldham

È tratta da una storia incredibilmente vera la trama del film Resta con me in onda questa sera su Rai2. Tami Oldham Ashcraft e Richard Sharp, infatti, sono realmente esistiti e si chiamavano proprio così. Alla fine della pellicola, alcune didascalie ripercorrono le tappe fondamentali della loro vita, a cominciare dal naufragio che li ha visti coinvolti quando avevano lei 24 e lui 33 anni. Tami ha affrontato 41 giorni alla deriva da sola con la consapevolezza che il suo fidanzato era morto. Oggi si è sposata e ha due figlie, ma non dimenticherà facilmente il primo grande amore della sua vita.



Nonostante il tragico epilogo di quel viaggio in mare, Tami – che oggi ha 61 anni – non ha mai smesso di andare in barca a vela. In questo modo tiene vivo il ricordo del suo caro Richard, rimasto vittima dell’uragano Raymonduno dei più terribili della storia – nell’ottobre 1983.

Resta con me: la storia di Tami Oldham Ashcraft raccontata dalla sua viva voce

Quando l’uragano li investì, Tami si trovava sottocoperta, mentre Richard era al timone dell’imbarcazione. Tami Oldham Ashcraft ricorda così quell’evento: “Avevo appena chiuso gli occhi quando ogni movimento si arrestò”, si legge nelle sue dichiarazioni riportate dalla Stampa nel 2018. “C’era qualcosa che non andava: era scesa una quiete eccessiva, la gola di quell’onda era troppo profonda…”. A un certo punto sentì Richard gridare, e subito dopo tutto si spense.



Al risveglio, la drammatica scoperta: Richard non c’era più, e lei aveva riportato un trauma cranico. Sopravvivere in quelle condizioni sarebbe stato difficile, senza il sostegno della fede (“Dovevo credere che Dio fosse dalla mia parte per andare avanti. Ho pregato molto”) e di una voce – la stessa di Richard Sharp – con cui dialogava, come se il fidanzato fosse ancora lì con lei. Probabilmente si trattava di un’allucinazione, fatto sta che quella voce le diede la forza per “non arrendersi”, per “non mollare” (continuava a ripeterle proprio questo). Dopo 41 giorni alla deriva, Tami Oldham Ashcraft approdò alle Hawaii e venne subito soccorsa.

Questo l’insegnamento che ha saputo trarre da un’esperienza così dolorosa: “Perdere l’amore della mia vita e sopravvivere contro ogni previsione mi ha dato una prospettiva molto diversa sulla vita. Sono ancora molto determinata, ma attraverso la mia esperienza ho imparato ad essere più paziente, a prendermi più cura di me stessa e ad essere più compassionevole verso gli altri. Non dò la vita per scontata e cerco di vivere ogni giorno al massimo ricordando che il domani non è una promessa”.