Tampone molecolare o rapido? Cosa fare in caso di contatto con un positivo? Queste le domande ricorrenti in questi giorni di festa. Sono tre i motivi infatti per fare un tampone: sospetto di contatto a rischio, insorgenza di sintomi e prevenzione in vista di incontro con altre persone, soprattutto se fragili. Il tampone molecolare o rapido va fatto da 48 ore dopo il contatto con un positivo a 5 giorni dopo, anche se sarebbe meglio farlo a 48 ore e poi ripeterlo a 5 giorni in caso di contatto con un positivo, come avviene per il tracciamento a scuola. Il rischio è di avere un falso negativo se ci si sottopone troppo presto al test, perché nei primi due giorni il coronavirus non è rilevabile, mentre dalle 48 alle 72 ore circa è rilevabile solo dai tamponi molecolari e dalle 72 ore anche dai tampini rapidi.



Se si è un contatto “stretto” di un positivo sarà l’ATS a prendere in carico il test, altrimenti non va fatto, In caso di sintomi il test va fatto subito, perché il periodo di incubazione è finito e i sintomi iniziano dopo, pertanto il tampone può rilevare l’eventuale positività al Covid. Per quanto riguarda la prevenzione, è preferibile fare il test più a ridosso possibile dell’evento, perché il tampone fotografa il momento in cui lo si fa, quindi ha una validità di ore, non certo di giorni.



TAMPONE MOLECOLARE: PERCHÉ È PREFERIBILE

Il tampone molecolare è un test con sensibilità molto elevata (superiore al 99%), quindi protegge dai falsi negativi, mentre i rapidi superano di poco il 90%, invece il fai da te è da sconsigliare. I vaccinati però non dovrebbero fare un tampone in mancanza di sintomi o di tracciamento richiesto dalla Ats, in quanto sì possono infettarsi, ma molto meno dei non vaccinati, e possono contagiare, ma in percentuale ancora minore. Basterebbero mascherine e distanziamento per proteggere soggetti fragili. Ora entriamo nella fattispecie del contatto stretto con un positivo.



CONTATTO CON POSITIVO: LA DEFINIZIONE

Secondo le norme attualmente in vigore si definisce tale chi vive nella stessa casa di un caso Covid, chi ha avuto un contatto fisico diretto con un caso Covid, chi ha avuto un contatto diretto non protetto con le secrezioni di un caso Covid, chi ha avuto un contatto diretto (faccia a faccia) con un caso Covid-, a distanza minore di 2 metri e di almeno 15 minuti, la persona che si è trovata in un ambiente chiuso con un caso Covid senza dispositivi di protezione idonei, chi ha viaggiato in treno, aereo o qualsiasi altro mezzo di trasporto entro due posti in qualsiasi direzione rispetto a un caso Covid-19; così come i compagni di viaggio e il personale addetto alla sezione dell’aereo/treno dove il caso indice era seduto.

CONTATTO CON POSITIVO: REGOLE DA SEGUIRE

Le regole per il contatto stretto con un positivo sono chiare: in primis va allertato il proprio medico per avviare la procedura. Chi non è vaccinato può uscire dall’isolamento dopo 10 giorni con test antigenico o tampone molecolare con risultato negativo. Chi è vaccinato invece può uscire dalla quarantena dopo 7 giorni con tampone antigenico o molecolare risultato negativo. Anche se si effettua test durante questo arco temporale e risulta negativo bisogna rimanere in isolamento dai 7 ai 10 giorni. Al termine del periodo di isolamento si può tornare al lavoro, il periodo di assenza può essere coperto dal certificato medico. Al rientro bisogna contattare il medico competente dell’azienda per ulteriori informazioni.