Giorgia Meloni aveva rivolto un appello all’Ue affinché l’obbligo di sottoporre i cinesi in arrivo a tamponi anti Covid-19 fosse esteso. “I test sarebbero inefficaci se non eseguiti a livello collettivo. Vorremmo che l’Europa si muovesse in questa direzione”, aveva detto la Premier italiana mercoledì a Bruxelles. Il suo appello, come riportato dal Financial Times, non è stato tuttavia accolto. I vertici, dopo la riunione di ieri, hanno rifiutato la richiesta il virtù del fatto che sarebbe discriminatoria, dato che i Paesi di tutto il mondo adottano approcci divergenti sull’aumento del numero di infezioni.



Il comitato per la salute e la sicurezza, composto da funzionari degli Stati membri, ha convenuto allo stesso tempo che “il coordinamento delle risposte alle gravi minacce per la salute internazionale è fondamentale”. Inoltre, hanno aggiunto: “Dobbiamo agire congiuntamente e continueremo le nostre discussioni”. A proposito delle analisi del sequenziamento effettuato finora sui cinesi arrivati in Europa, è emerso che la maggior parte dei positivi ha la variante BF.7 Omicron, prevalente in Cina ma già presente anche nell’Ue. “Tuttavia, rimaniamo vigili e saremo pronti a utilizzare le misure di emergenza, se necessario”.



Tamponi anti Covid a cinesi, Ue dice no a Giorgia Meloni: le misure di restrizione

Dopo il no dell’Ue Giorgia Meloni, dunque, i singoli Stati continueranno a decidere autonomamente sulla questione dei tamponi anti Covid-19 ai cinesi che arrivano in Europa. A tal proposito, Paesi come Francia Germania hanno sostenuto che la situazione attuale non giustifica un cambiamento nelle loro politiche nazionali. Il Regno Unito invece ha affermato di stare ancora valutando se sia necessario effettuare controlli o meno. Oltreoceano, a seguire la scia dell’Italia sono stati gli Stati Uniti, il Giappone, l’India e il Taiwan, che hanno imposto i test.



A preoccupare la comunità internazionale sono più che altro le ondate di prenotazioni di viaggi internazionali dalla Cina a seguito delle riaperture del Paese, nonostante quest’ultimo sia subendo l’ennesimo aumento delle infezioni.