Erano tamponi adatti per finalità di ricerca, invece sono stati usati per diagnosticare il Covid. Per questo il procuratore aggiunto Luca Tescaroli, che ha coordinato l’indagine dei finanzieri, chiederà il processo per frode in pubbliche forniture e frode in contratti plurimi. L’errore è stato commesso nell’aprile 2020, quando la Regione Toscana, in pieno lockdown, ha contrattualizzato gli esami di laboratorio. Tra i laboratori di analisi inseriti nella lista di quelli che possono eseguire lo screening per il coronavirus c’è Synlab srl, la cui procedura è Reasearch Use Only (RUO), da impiegare appunto solo per finalità di ricerca. La vicenda è stata ricostruita dal Quotidiano Nazionale, secondo cui i risultati di questi tamponi non erano attendibili né affidabili.
Inoltre, Synlab srl, oltre a usare elementi di ricerca, non di diagnosi, non avrebbe svolto il suo lavoro nella struttura accreditata, a Calenzano, ma in una fuori regione, in provincia di Bologna. Questo quanto emerso dalle indagini nei confronti di Massimo Quarciali e Francesco Epifani, procuratore speciale e business area manager e direttore di laboratorio di Synlab. Entrambi hanno ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini. Ma già nel settembre 2020 avevano ricevuto una misura interdittiva, cioè il divieto di contrattare con la Pubblica amministrazione e di svolgere incarichi di direttori di laboratorio.
INDAGINE SU TAMPONI COVID CON REAGENTE SBAGLIATO
La vicenda dei tamponi processati con reagenti non adatti è emerso da un’intercettazione disposta nell’ambito di un’altra indagine, quella sui baroni di Careggi. Così la procura apprende che c’è qualcosa che non va nel contratto tra Estar, l’ente di supporto tecnico amministrativo regionale per le aziende sanitarie, Synlab da cui discendono i singoli contratti con le USL. Come evidenziato dal Quotidiano Nazionale, le fiamme gialle hanno accertato che per processare i tamponi Covid e incrementarne la capacità diagnostica è stato usato il macchinario Starlet con kit di estrazione omega marcato Ruo.
Ma in base agli accertamenti chiesti ai tecnici esperti dello Spallanzani di Milano, si tratta del reagente sbagliato. Perché il Ruo non consente risultati diagnostici. Nel mirino della procura è finito il periodo 2 aprile 2020-25 luglio 2020. In particolare, 4.542 tamponi processati per ASL Toscana Centro e 9.137 per ASL Sud est, a cui si aggiungono quelli per ASL Toscana Nord Ovest. “Noi si sta utilizzando un kit di estrazione che è di ricerca… che io ho fatto una validazione (degli esami, ndr) che detto tra me e te se la vedi tu mi ridi in faccia. Però Mimmo io non posso fare diversamente in questi frangenti”, è emerso da un’altra intercettazione.