Il ‘modello’ Austria per combattere la nuova ondata di Covid-19 potrebbe non rimanere ancorato solo al di là delle Alpi e approdare anche nei nostri confini: a rivelare il pensiero e la riflessione che il Governo Draghi sta tenendo sul rialzo dei contagi avvenuta nelle ultime settimane, è Guido Rasi, ex direttore dell’Ema e consulente del commissario Figliuolo oggi intervistato da “il Giornale”.



Andando verso un inverno con una potenziale nuova ondata di variante Delta, la copertura dei vaccini e l’inizio delle somministrazioni per la terza dose dovrebbero tenere l’Italia lontana dagli scenari inquietanti visti durante le prime due ondate del 2020 e pure a cavallo con l’inizio del 2021. L’impressione, raccontato dallo stesso Rasi, è che già nei prossimi giorni al Ministero della Salute e presso il Cts si trarranno le possibile conseguenze del metodo di gestione da adottare tra fine 2021 e inizio 2022: proroga stato emergenza (come già anticipato dal Ministro Speranza ieri, ndr), nuove restrizioni ma solo per chi non è vaccinato.



IL ‘MODELLO’ AUSTRIA IN COSA CONSISTE: PARLA RASI

In questo senso si tira in ballo il modello del Governo austriaco introdotto da poco: zona gialla per i non vaccinati (in Italia sono circa 7 milioni al momento) ma anche test-tamponi obbligatori. «I contagi colpiscono la stragrande maggioranza dei non vaccinati, vanno adottate altre restrizioni. Queste persone non possono danneggiare l’economia e penalizzare gli italiani immunizzati», spiega l’ex direttore di EMA riportando il “pensiero” degli esperti in consiglio all’esecutivo. Secondo Rasi ci sarà in pochi giorni una «escalation di risultati» che potrebbe azzerare quasi del tutto l’effetto Green Pass sulle nuove vaccinazioni: per il consigliere del commissario Figliuolo, il tampone ogni 48 ore per i lavoratori (in alternativa del vaccino) non è abbastanza protettivo e su questo potrebbero sorgere novità in breve tempo proprio per il rilascio del certificato verde anti-Covid. La soluzione prospettata potrebbe allora essere quella di imporre un test rapido quotidiano a tutti i cittadini che lavorano o anche a chi partecipa a un evento pubblico. Andare oltre e cioè inserire lockdown per i non vaccinati, al momento, non è all’ordine del giorno anche se viene comunque valutata, ammette Rasi: «L’obbligo vaccinale per tutti non è però scongiurato. La misura potrebbe essere applicata a tutti coloro che lavorano nel pubblico». Nel frattempo però rimarrebbe l’obbligo di Green Pass e le mascherine in qualsiasi evento che prevede anche un minimo di assembramento.

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