Nuova dichiarazione scioccante dell’Organizzazione mondiale per la sanità che adesso dice che il doppio tampone negativo non è più raccomandato: per certificare la guarigione da Covid-19 e liberare i pazienti dall’isolamento, bastano invece tre giorni senza sintomi. Nel dettaglio, per i pazienti sintomatici 10 giorni dopo l’insorgenza dei sintomi, più almeno 3 giorni senza sintomi (incluso senza febbre e senza sintomi respiratori); per i pazienti asintomatici 10 giorni dopo il tampone positivo. Per il professor Raffaele Pugliese, presidente e fondatore dell’Aims Academy (Advanced International Mini-invasive Surgery) per l’insegnamento della chirurgia mini-invasiva e tra i responsabili della Fondazione Moscati Rsa di Milano, “sono balle che l’Oms ogni tanto spara perché imbeccata dalla Cina e perché essendo incapace di guardare alla realtà ogni tanto si dve inventare qualcosa.



Il tampone va assolutamente fatto, anzi in Lombardia andava fatto quando lo indicò l’ordinanza ministeriale ma non la si prese in considerazione”. Frasi come quella dell’Oms generano confusione. Forse non è un caso che una recente ricerca dell’EngageMinds Hub dell’Università Cattolica ha scoperto che il 41% degli italiani non si vaccinerà contro il Covid. Quasi un italiano su due.



Cosa ne pensa della nuova dichiarazione dell’Oms?

Sono dichiarazioni campate in aria senza garanzie di alcun tipo. Ogni tanto sparano qualcosa, come quando dissero che il virus è poco infettivo e quindi di stare tranquilli e considerare le persone senza sintomi non infettive.

In sostanza, più tamponi si fanno e più malati si scoprono. È così?

Il vero problema è che tutti quei tamponi che appaiono come lievemente positivi cioè con una bassa carica virale, sono tutti di pazienti che hanno preso il virus ma hanno fatto la malattia in modo asintomatico o paucisintomatico (lievemente sintomatico, ndr), ma sono tuttora negativizzati. Alla Fondazione Moscati dove lavoro abbiamo fatto una batteria di cinque serie di tamponi da metà marzo, non ordinati dalla Regione Lombardia, abbiamo deciso noi di farli. E abbiamo trovato ospiti sieropositivi, come nel primo caso, quello di Codogno, fatto senza nessun ordine superiore, che è risultato positivo.



Sta dicendo che si è completamente sottovalutata l’importanza dei tamponi?

Abbiamo tamponato tutti, proprio quando la Regione si opponeva a fare i tamponi nelle case di riposo e si opponeva andando anche contro un’ordinanza ministeriale del 25 marzo, la 0007865, in cui era indicato di fare i tamponi a tutti i ricoverati delle case di riposo e agli operatori sanitari. Abbiamo continuato a farli e abbiamo scoperto che all’inizio c’erano 40 pazienti positivi tra ospiti e dipendenti, dopo due settimane i pazienti erano 50. Un numero elevato era di sintomatici nell’insieme. Tra gli ospiti 14 sono morti. Se avessimo iniziato a fare i tamponi non ci sarebbero stati.

Quindi cosa avete scoperto?

Di questi positivi, al quarto tampone molti erano di nuovo lievemente positivi, il che significa che il virus può rimanere per mesi. Tutti questi che stiamo tamponando di nuovo e che si trovano lievemente positivi erano tutti portatori sani che chissà quanta gente hanno infettato. Per questo la curva della Lombardia scende così lentamente e va su e giù: ci sono stati un sacco di portatori sani che hanno mantenuto il virus in circolazione.

Queste dichiarazioni come quella dell’Oms generano confusione nella gente: sarà per questo che tante persone non vogliono vaccinarsi?

Certo. Il presidente dell’Oms andava licenziato sin dall’inizio quando disse, su suggerimento cinese, che il virus non era trasmissibile da uomo a uomo ma da animale a uomo. Vedendo quello che succedeva in Cina era chiaro che una frase del genere era un’imbecillità. Chi osserva la realtà non si fa prendere in contropiede in questo modo. Ne ha detta anche un’altra, e cioè che forse gli asintomatici non infettano. Ma su che basi? Non hanno fatto le ricerche che andavano fatte e quindi inventano risposte sul momento. Comportandosi così ottengono ricadute sulle risposte di altri e si ottiene un disastro, che è quello che è successo.

Anche sul vaccino ogni giorno leggiamo un titolo di giornale che ci dice che siamo vicini alla scoperta.

Per il vaccino purtroppo stanno ancora sperimentando. Prima che si sappia che è efficace, che guarisca, che non abbia controtendenze ci vorrà molto tempo. Si ricorda quando venne fuori che le cellule staminali guarivano i tumori? Ci fu una grande campagna esaltata dai media. Ma non era vero. Lo abbiamo visto anche per l’epatite C, un virus diverso senza cura per oltre 30 anni. La cura è arrivata cinque anni fa.

Quindi?

Tra dire che si sta facendo qualcosa, alimentando la speranza, e dire che c’è la cura c’è un abisso. Non c’è oggi nessuno vaccino, per cui non ha senso neppure fare i sondaggi. Non si deve alimentare nulla che si appoggi sulle incertezze. Oggi il virus sta ancora circolando e non smetterà da qui al prossimo anno, la spagnola è finita dopo due anni e mezzo.

Quali conclusioni ne trae?

Usiamo il tampone, ma per davvero. Alla Moscati abbiamo fatto cinque giri di tampone e due giri di siero e abbiamo scoperto pazienti sieropositivi che quando avevamo fatto il tampone non lo erano perché lo avevano fatto prima, abbiamo scoperto pazienti sieropositivi che avevano fatto il tampone ed erano positivi, e pazienti sieronegativi che avevano fatto il tampone ed erano positivi. La situazione è complessa. Non tutti quelli che hanno fatto l’infezione da coronavirus con il tampone positivo poi sviluppano una sierologia positiva. Ci sono incertezze che si stanno studiando.

(Paolo Vites)

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