Emergenza tamponi rapidi nelle farmacie italiane: dal prossimo 15 ottobre, infatti, non tutti i punti vendita saranno in grado di soddisfare l’impennata di richieste che si sta registrando in queste ore. A fare il punto della situazione è stato il quotidiano “La Verità”, che ha riportato, tra le altre, la testimonianza di Andrea Bellon, presidente di Federfarma Veneto: “Molti lavoratori ci stanno telefonando per prenotare test fino a Natale, abbiamo le agende piene. Alcuni farmacisti hanno scelto di sospendere le vaccinazioni anti-Covid, in forte calo, per rispondere alla domanda altissima di tamponi, ma non riusciamo comunque a starci dietro. Tra una settimana la situazione potrà solo peggiorare”.
Visibilmente preoccupato anche Massimo Mana, numero uno di Federfarma Piemonte, che ha sottolineato che “ciascuno di noi dovrà fare minimo cento antigenici al giorno fino a fine anno, garantendo nello stesso tempo l’operatività consueta, perciò consegna medicinali, rilascio e stampa della certificazione Green Pass, certificati per poter viaggiare e ogni altra necessità. Impossibile poter lavorare in queste condizioni”.
TAMPONI RAPIDI, FARMACIE IN ALLARME: “COSÌ NON CE LA FACCIAMO”
D’altro canto, con l’estensione dell’obbligo del Green Pass nei luoghi di lavoro pubblici e privati, chi non si è ancora vaccinato o non ha intenzione di farsi iniettare l’anti-Covid dovrà per forza sottoporsi a un tampone rapido, della durata di 48 ore, per non essere lasciato a casa come assente ingiustificato senza retribuzione. “Nell’assemblea nazionale di Roma, ho sentito colleghi di altre Regioni molto preoccupati – ha affermato su ‘La Verità’ Sergio Bottari, presidente di Federfarma Toscana –. Si è parlato di prenotazioni di tamponi almeno fino a fine novembre, una richiesta massiccia e pressante che compromette l’attività classica della farmacia. La straordinarietà è diventata la regola e questo ci crea grossi problemi a livello organizzativo”.
Giunge anche la testimonianza di Annarosa Racca, presidente Federfarma Lombardia, la quale, tuttavia, non nota grosse complicazioni: “Se vuole fare i tamponi il farmacista si deve attrezzare, da solo è ovvio che non può farcela, anche perché la richiesta di test antigenici è in continuo aumento, ma la prima attività rimane quella di dispensare i medicinali”.