“Prima fammi dire che è una giornata bruttissima per la politica”. Dice così Frank Cimini, una vita nella cronaca giudiziaria, decano dei giornalisti del palazzo di Giustizia di Milano e poi fondatore del blog giustiziami.it. Ieri un’inchiesta della procura di Milano ha portato all’esecuzione di 43 provvedimenti di custodia cautelare. Sono finiti in manette politici, imprenditori e funzionari pubblici, con reati contestati che vanno dalla corruzione nell’aggiudicazione di appalti pubblici al finanziamento illecito ai partiti. Arrestati politici di spicco di Forza Italia: Pietro Tatarella, vice-coordinatore del partito di Berlusconi in Lombardia e candidato alle europee, e Fabio Altitonante, sottosegretario regionale con delega al recupero dell’area ex Expo. Coinvolto anche il deputato FI Diego Sozzani, per il quale la procura ha chiesto l’autorizzazione all’arresto. Ma il personaggio chiave è l’ex coordinatore provinciale di Varese Gioacchino Caianiello. L’esponente di FI, detto “il mullah”, è descritto nell’ordinanza del gip come “al centro di un potentissimo network di conoscenze, interessi, legami che avvincono il potere legale a quello illegale, l’economia alla politica”. Tra gli imprenditori un ruolo di primo piano spetta a Daniele D’Alfonso, impegnato nel settore dei rifiuti e delle bonifiche, al quale è stata contestata l’aggravante di aver agevolato un clan di ‘ndrangheta, i Molluso di Buccinasco. L’inchiesta lambisce perfino Attilio Fontana. Il governatore della Lombardia è parte offesa e non risulta indagato; sarebbe stato vittima di “istigazione alla corruzione”.



Per Cimini il tempismo delle inchieste va lasciato da parte. “La corruzione è una conseguenza del far politica per interessi privati e di clan” dice al Sussidiario. “Ma così i politici danno ancor più potere ai magistrati”.

“Stiamo verificando la sua posizione” ha detto del presidente Fontana il procuratore capo Francesco Greco in conferenza stampa. Come valuti questa dichiarazione?



Fontana è governatore e in più è anche avvocato. Aveva l’obbligo morale e politico, al di là degli sviluppi giudiziari, di denunciare quei fatti. Chi ricopre quell’incarico è tenuto a farlo.

Come giudichi quello che è emerso? I numeri svelano un vasto sistema corruttivo: 95 indagati, 43 ordinanze di custodia cautelare, di cui 12 in carcere.

C’è poco di diverso rispetto al solito. Vedo che tutti si focalizzano ancora una volta sulla corruzione come causa, ma la corruzione è l’effetto di questo modo di fare politica. Quando la politica non è più servizio ai cittadini ma fa esclusivamente interessi personali e di parte, la corruzione viene di conseguenza. È la politica ad essere malata.



Malata di che cosa?

Si fa politica per sé e per la propria congrega. Ma questo modo di far politica finisce per dare ancora più potere ai magistrati. I politici si lamentano di questo, e spesso anche a ragione, ma sono loro, con il loro comportamento, al di là delle responsabilità penali che andranno verificate, a mettere la politica sotto scacco.

Ci sono due filoni dell’inchiesta, il primo riguarda gli appalti dell’Amsa, l’altro il piano di governo del territorio. Ad essere accusati, oltre ai politici, sono anche funzionari pubblici. 

Le municipalizzate sono da sempre un terreno di occupazione da parte della politica nel senso peggiore del termine. Rispetto alla prima repubblica la situazione è peggiorata, perché allora le forze politiche erano i partiti, adesso siamo al potere dei clan, pezzi di partiti o di ex partiti in cui ognuno usa i propri uomini per nuocere agli altri.

È un caso che un’indagine di questa portata emerga prima del voto?

No, guarda, questi ragionamenti lasciano il tempo che trovano. Te lo dice uno convinto da sempre che in Italia la magistratura non sia indipendente e  faccia politica, però secondo me è sbagliato cercare il movente politico ogni volta che ci sono degli arresti. Ieri una candidata di FI al consiglio comunale di Bergamo (Leandra Arnaldo Pavorè, ndr) è stata arrestata per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. 9mila euro per una pratica di ricongiungimento familiare, 3mila per un rinnovo del permesso di soggiorno. È fisiologico che con questi comportamenti intervenga la magistratura.

Conte alla notizia degli arresti ha detto che lo “spazzacorrotti” funziona.

È una colossale idiozia. La legge “spazzacorrotti” è incostituzionale, lo sa benissimo anche chi l’ha fatta; il problema è che l’hanno voluta unicamente per raccattare voti. Non si può fare una legge che toglie benefici ai condannati in un paese in cui per Costituzione la pena deve tendere al reinserimento nella società.

Come mai i 5 Stelle non sono coinvolti nelle inchieste?

Perché sono gli ultimi arrivati a occupare posizioni di potere. Però sono state aperte inchieste anche a Roma e Torino. Resta il fatto che i 5 Stelle, quando vengono toccati dalla magistratura, si comportano esattamente come gli altri.

Cosa pensi dell’Anac, l’Autorità nazionale anticorruzione?

Penso che sia un organismo inutile, un ibrido senza senso. E questo a prescindere da Cantone, un magistrato fuori ruolo alla testa di un organismo senza potere di indagine. Prevenire la corruzione tocca alla politica, reprimerla tocca alla polizia giudiziaria, ai giudici e ai magistrati.

Che cosa resterà di questa inchiesta?

Una politica ancor più debole di prima. E i video con le tangenti che passano di mano a tavolino. I politici non si lamentino, se continuano a fare politica così.

(Federico Ferraù)