La notizia è giunta nelle scorse ore e ha rappresentato un autentico colpo di scena: il TAR (Tribunale Amministrativo Regionale) del Lazio ha annullato la nomina a procuratore di Roma di Michele Prestipino. In tal senso, dunque, sono stati accolti i due ricorsi presentati dal procuratore generale di Firenze, Marcello Viola, e dal procuratore di Palermo, Francesco Lo Voi, contro la scelta del Consiglio Superiore di Magistratura, datata 4 marzo 2020, dunque quasi un anno fa.
Secondo il Tar, come riporta il quotidiano “Il Corriere della Sera”, “non è dato comprendere perché, se per Prestipino la ‘raffinata conoscenza delle mafie tradizionali’ (in specie Cosa Nostra e ‘Ndrangheta) gli hanno consentito di cogliere e sviluppare sul piano processuale gli elementi di continuità e di originalità della situazione laziale e di quella peculiare della città di Roma, tale riconosciuta ‘conoscenza eccezionale’ dell’attività di Cosa Nostra da parte del dottor Lo Voi non possa consentirgli ugualmente di ‘cogliere e sviluppare’ come procuratore – presumibilmente in poco tempo o quantomeno in quello impiegato dal dottor Prestipino quale ‘aggiunto’, l’originalità della criminalità laziale”.
MICHELE PRESTIPINO, TAR LAZIO ACCOGLIE RICORSI CONTRO SUA NOMINA A PROCURATORE DI ROMA
In merito alla nomina di Michele Prestipino alla Procura di Roma, ricorda “Il Riformista”, la formula utilizzata a Palazzo dei Marescialli per motivarla era stata la seguente: “Sebbene privo di indicatori specifici, si è reso protagonista di esperienze pregnanti rispetto all’incarico da conferire, tali da fondare sul piano prognostico il giudizio sulla sua maggiore capacità a porsi a guida dell’ufficio a concorso”. Almeno sulla carta, difatti, Lo Voi e Creazzo (il suo ricorso è però stato respinto, ndr) detenevano molti più titoli di Prestipino: entrambi erano già procuratori, e, in particolare, Lo Voi aveva rappresentato il nostro Paese a Eurojust, invece Creazzo aveva ricoperto il ruolo di vice-capo legislativo al Ministero della Giustizia. Prestipino, dal canto suo, ha già reso nota la sua intenzione di ricorrere al Consiglio di Stato, con lo stesso Consiglio Superiore di Magistratura che potrebbe sostenere la sua nomina nella Capitale.