Dopo la doppia impugnatura del Governo Conte-2 alle ultime ordinanze di Regione Piemonte e Sardegna, i rispettivi Tar regionali danno due opposte sentenze dopo i ricorsi presentati dai Presidenti Alberto Cirio e Christian Solinas. Nel caso del Piemonte, la Regione l’11 settembre scorso aveva prodotto una ordinanza che imponeva alle scuole l’obbligo di misurazione della febbre invece che in famiglia (come dispone il Dpcm 7 settembre); in Sardegna invece il Presidente leghista aveva introdotto una ordinanza che imponeva il test Covid obbligatorio prima dell’ingresso sull’isola. Il Governo Conte pochi giorni fa ha provveduto ad impugnare entrambe le direttive regionali dei Governatori di Centrodestra, con l’immediata replica del ricorso al Tar regionale: ebbene, oggi 17 settembre il Tar della Sardegna ha accolto il ricorso del Governo confermando la “bocciatura” all’ordinanza Solinas, mentre il Tar Piemonte ha dato ragione al Governatore Cirio, “bocciando” questa volta l’intervento dei Ministri Boccia, Speranza e Azzolina. Le immediate conseguenze vedono la Sardegna proseguire esattamente come prima dell’ordinanza 14 settembre, con la reazione assai dura del Presidente in quota Lega: «Rispetto le sentenze e non le discuto, ora però mi aspetto che il Governo utilizzi lo stesso zelo avuto con noi verso provvedimenti di altre Regioni che sono discriminatori nei confronti dei sardi. Se non dovesse farlo, ci ritroveremo di fronte al più grande attentato all’unità dell’ordinamento giuridico e ad una intollerabile lettura politica del diritto alla salute e alla circolazione dei sardi». Solinas attacca il Governo di Centrosinistra e lo reputa “responsabile” di questa doppi impugnatura avvenuta in Sardegna e in Piemonte. Il Tar sardo non ferma, e dunque resta in vigore, quanto previsto nell’ordinanza sull’obbligo di utilizzo delle mascherine H24 in tutti gli ambienti chiusi o aperti dove sia concreto il rischio di assembramento.



ORDINANZA PIEMONTE: QUI IL TAR DÀ RAGIONE A CIRIO (E BOCCIA CONTE)

Di contro, c’è soddisfazione in Regione Piemonte per la ragione datagli dal Tar regionale che di fatto impone alle scuole la misurazione della febbre, come invece aveva impedito la Ministra Azzolina nell’atto di impugnatura del Governo: «dispiaciuto che la scelta del governo sia stata quella di entrare in netto contrasto con il Piemonte, invece che considerarlo un esempio. Il provvedimento per la misurazione della febbre, sottolinea infatti, punta a garantire più sicurezza per i propri cittadini, introducendo un livello di controllo in più per tutelare la salute di bambini e ragazzi, del personale scolastico e dei nonni». Ora le scuole del Piemonte continueranno a misurare la febbre agli studenti almeno fino al 14 ottobre, quando la causa sarà discussa in Camera di Consiglio di Stato. «Continuo a pensare che in un Paese normale, dove lo Stato ha obbligato le aziende e gli uffici pubblici a misurare la temperatura a chi entra nei loro locali, questa verifica sarebbe stato giusto garantirla anche a scuola, dove c’è il bene più prezioso da tutelare: i nostri figli che sono il nostro futuro»,conclude Cirio su Facebook.



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