Il Tar ha bocciato l’ordinanza della regione Lazio datata 17 aprile 2020 che prevedeva l’obbligo del vaccino antinfluenzale per le persone over65. Tale provvedimento prevedeva che chi si fosse rifiutato di sottoporsi al vaccino suddetto, sarebbe stato escluso dai luoghi di assembramento, comprese le residenze per anziani. L’obbligo, inoltre, riguardava anche il personale sanitario e sociosanitario operante nel territorio regionale. Niente da fare però, secondo il Tribunale Amministrativo Regionale, le regioni possono legiferare nel settore ma solamente a condizioni che rispettino la legge statale, che raccomanda la vaccinazione, non rendendola però obbligatoria. Il Tar ha così accolto il ricorso che era stato proposto dall’Associazione Codici Nazionale e del Lazio, sottolineando che “non è disconosciuta dalla Corte costituzionale la possibilità che le Regioni possano legiferare in settori riservati al legislatore statale”, ma “a condizione che vengano rispettati i ‘principi‘ fissati dalla legge statale”.
TAR VS LAZIO: NIENTE OBBLIGO DI VACCINO AGLI OVER 65. IL COMMENTO DI GIACOMELLI
Inoltre si legge: “Nel caso di specie la ‘soglia’ stabilita dal legislatore statale tra obbligo e raccomandazione del vaccino antinfluenzale non potrebbe essere derogata dalle regioni neppure in melius, ossia in senso più restrittivo“. E ancora: “La normativa emergenziale Covid non ammette simili interventi regionali in materia di vaccinazioni obbligatorie”, le disposizioni “non recano previsioni che possano autorizzare le regioni ad adottare questo tipo di ordinanze allorché il fenomeno assuma, come nella specie, un rilievo di carattere nazionale. L’ordinamento costituzionale non tollera interventi regionali di questo genere, diretti nella sostanza ad alterare taluni difficili equilibri raggiunti dagli organi del potere centrale”. Di conseguenza “al di là della ragionevolezza della misura, la sua introduzione non rientra nella sfera di attribuzioni regionale ma, semmai, soltanto in quella statale“. Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici, spiega che toccherà a governo assumere “decisioni simili”. Lo stesso aggiunge e conclude: “Ci teniamo a chiarirlo, per sgombrare il campo da equivoci: per noi il problema non è vaccino sì-vaccino no, ma la necessità di affrontare in maniera globale e coerente la situazione, adottando iniziative che siano fondate su basi scientifiche certe e che non calpestino i diritti dei cittadini”.