TARA GINS, L’EX CICLISTA LICENZIATA DAL RUOLO DI DS PER FOTO OSE’
Con la nuova stagione del ciclismo doveva essere la nuova ds di un team maschile Under 23 belga, ma Tara Gins è stata in questi giorni licenziata, ancor prima di “prendere servizio”. Causa di tale dietrofront da parte della società (di cui non si conosce il nome) alcune foto osé che l’ex ciclista professionista ha scattato negli ultimi mesi, alcune anche per la rivista Playboy e altre per un calendario. A raccontare la vicenda è la stessa Tara Gins che tramite i social ha affermato, come riporta fanpage: “Mi hanno detto che un membro dello staff si era imbattuto in qualche mia foto. Ha girato quegli scatti agli altri membri della dirigenza e qualcuno a quel punto ha minacciato il presidente della squadra di girare quelle foto allo sponsor”. Da qui il dietrofront della stessa società, che sotto pressione degli sponsor ha deciso di “licenziare” la stessa Tara Gins dal ruolo di direttore sportivo. A proposito delle foto l’ex ciclista professionista, con l’amaro in bocca, ha poi aggiunto: “Nel servizio per Playboy ero nuda, ma con le parti più intime coperte, quindi niente di volgare. Nel calendario invece ero in topless. E non c’era nessun riferimento al ciclismo”.
TARA GINS, “VOLEVO ESSERE GIUDICATA PER LE MIE CAPACITA’ MA..”
Alcuni scatti in topless e per Tara Gins è terminato ancor prima di iniziare il sogno di essere ds di un team Under 23 maschile di ciclismo belga: per l’ex professionista (che già era stata direttore sportivo del tempo amatoriale S-Bikes AGU) tanta amarezza dunque per questa vicenda che sicuramente avrà non pochi strascichi e che getta oscure ombre sul mondo del ciclismo al femminile. Sempre tramite i social poi la stessa Tara Gins ha fatto sapere la confusione, ancor più laconica della vicenda. Appreso quanto stava accendendo in seno alla sua futura squadra, dopo la supera degli scatti osé fatti dalla stessa ex ciclista, la Gins ha detto di aver scritto direttamente al presidente della squadra: “Dopo la telefonata di sabato, ho inviato un messaggio al presidente della squadra spiegandogli il mio punto di vista e cosa ne pensavo. Ovvero, mi sarebbe piaciuta essere giudicata per le mie capacità come direttore sportivo e non da alcune foto. Lui mi ha risposto che in linea di principio era d’accordo con me, ma mi ha anche detto: ‘Non posso farci niente perché ho degli sponsor e non posso perderli’”.