Iginia Roberti, 56enne di Taranto, per 35 anni è stata una dipendente della Fillea Cgil prima di essere licenziata per “motivi di criticità finanziaria”. Ora la sua storia è giunta sulla scrivania del segretario nazionale del sindacato, Maurizio Landini oltre che conquistare le pagine dei quotidiani nazionali. La donna parla di “una brutta pagina di discriminazione”, ma la Fillea, come riferisce Repubblica.it, ha replicato dando una giustificazione differente. “Una necessità dettata da problemi economici determinati dal calo degli iscritti e dei relativi contributi sindacali”, ha fatto sapere. Ma la faccenda sembra essere tutt’altro che chiusa dal momento che l’ex lavoratrice ha già contestato il licenziamento per le vie legali. La comunicazione del licenziamento, Iginia ha raccontato di averla ricevuta lo scorso 7 maggio, a voce, quando le fu comunicato che avrebbe dovuto restituire le chiavi dell’ufficio. “Per due giorni mi sono recata ugualmente al lavoro, senza poter entrare, perché era stata cambiata la serratura. Poi, il 9 maggio, ho ricevuto la lettera di licenziamento”, ha raccontato. Da allora però, per la donna sono iniziati i guai poichè, spiega, “senza il mio stipendio, un’intera famiglia non sa come sopravvivere”.



LICENZIATA DA CGIL TARANTO DOPO 35 ANNI: APPELLO A LANDINI

La 56enne di Taranto firmò il suo primo contratto con la Cgil nel 1985, all’età di 21 anni. Fu il suo primo posto di lavoro e fino al ’93 lavorò alla confederazione salvo essere spostata alla Fillea. Oggi Iginia Roberti è una donna separata, con un figlio 21enne a carico, un fratello disabile e una madre malata. Ma soprattutto è una donna senza lavoro. Il sindacato, di contro, ha spiegato: “Non è stato possibile individuare altra mansione, anche di natura inferiore anche in ragione della limitatezza della nostra struttura territoriale”. Ma per Iginia potrebbe esserci dell’altro. La stessa donna rammenta che già in passato si erano verificati dei casi di criticità ma mai nessuno era stato messo alla porta. Per la 56enne è assurdo che “proprio il sindacato che nasce per difendere i lavoratori si comporti in questo modo”. La sua storia ha colpito non poco, motivo per il quale il movimento civico Massa critica Ionio ha inviato una lettera a Landini. Nella missiva viene sottolineata “la sostanziale indifferenza nei confronti di una lavoratrice che per 35 anni ha affidato la sua vita all’organizzazione sindacale”. Ad essere contestato al sindacato, in particolar modo “il mancato preavviso e la richiesta di lasciare le chiavi entro e non oltre le successive 24 ore, senza darle tempo per riorganizzare la propria vita”.

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