L’autobiografia di Giorgio Chiellini ha creato scompiglio e reazioni, forse anche più di quanto fosse lecito aspettarsi. Se ieri era intervenuto Mario Balotelli, tirato in ballo in maniera diretta dal capitano della Juventus (in merito al suo apporto in nazionale e alla negatività portata in spogliatoio), oggi a rispondere a Chiellini è stato Marco Tardelli. Che della Juventus è stato lui stesso una bandiera, giocandoci 10 anni e vincendo 11 titoli tra cui la tripletta europea più Supercoppa e Intercontinentale; in seguito Tardelli è stato Commissario Tecnico della nostra Under 21 portando a casa gli Europei di categoria. Un vincente insomma, che nel corso della carriera in panchina ha solo “sfiorato” Chiellini ma lo ha direttamente conosciuto nel 2006 quando, con la Juventus che si approcciava a quello che sarebbe stato un campionato di Serie B, era entrato nel Consiglio di Amministrazione bianconero per poi uscirne esattamente un anno dopo, per dissidi con la società.



TARDELLI VS CHIELLINI

In particolare, il campione del Mondo 1982 si è riferito al passaggio sull’Inter che Chiellini ha ammesso di “odiare”. A dirla tutta il difensore livornese ha poi spiegato di cosa si trattasse e che il suo fosse semplicemente odio sportivo (e non è la prima volta che qualche personaggio dello sport utilizza questa espressione), ma quel che conta qui è che a Tardelli quelle parole non sono andate giù. “Sono veramente dispiaciuto per le sue dichiarazioni: è il capitano della Nazionale e della Juventus, e un uomo di spicco nel direttivo Aic (peraltro, lo stesso Tardelli è candidato alla presidenza). Secondo l’ex centrocampista quelle di Chiellini sono state parole dure nei confronti di “compagni-colleghi che dovrebbero considerarlo un punto di riferimento”. In aggiunta Tardelli, che si è rivolto ai social network per esprimere il suo pensiero, ha detto che “l’odio dichiarato verso un altro club crea odio.



Per specificare e rendere più forte il suo intervento, Tardelli ha anche fatto l’esempio di due capitani che ha avuto nel corso della carriera: “Da Dino Zoff e Gaetano Scirea ho imparato il rispetto per l’avversario anche nella lotta più dura”. I due sono stati elementi simbolo di quella che è stata forse la Juventus più forte e “rappresentativa” di tutte, con una formazione che nei decenni è stata tramandata a memoria tra appassionati e tifosi. Insieme a Tardelli, per di più, i due (che erano anche grandi amici) hanno partecipato alla spedizione Mundial in Spagna nella quale l’Italia ha vinto una straordinaria Coppa del Mondo, e proprio Scirea è stato l’autore dell’assist per il gol di Tardelli nella finale contro la Germania Ovest, quello a seguito del quale il centrocampista si è prodotto in una delle esultanze più celebri e iconiche nella storia del calcio.

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