“Non ho violato nessun regolamento, aspetto sereno“. Con queste parole, poche settimane fa, il sostituto procuratore generale di Milano, Cuno Tarfusser, replicava a chi gli chiedeva come si sentisse dopo che la procuratrice generale Francesca Nanni lo ha segnalato al Csm dando impulso ad un procedimento disciplinare a suo carico per aver chiesto la revisione del processo sulla strage di Erba. Il magistrato, per anni giudice della Corte penale internazionale dell’Aja, si è detto sicuro del suo operato e rivendica il diritto e il dovere di agire secondo coscienza e nel nome della giustizia. Quando ha letto gli atti riguardanti la condanna definitiva all’ergastolo inflitta a Rosa Bazzi e Olindo Romano per il massacro dell’11 dicembre 2006, non ha esitato un attimo e ha deciso di chiedere alla Corte d’Appello di Brescia, competente per territorio, di valutare la riapertura del caso sostenendo la necessità di rivedere tutto alla luce delle “nuove prove” che la difesa ha prodotto in sede di separata (e successiva) richiesta. Prove che, secondo chi assiste la coppia, sarebbero capaci di dimostrare la sussistenza di un clamoroso errore giudiziario.
L’iter del documento di 58 pagine con cui Tarfusser ha proposto la sua istanza è stato tutt’altro che ordinario e semplice. Anzitutto perché, fatto senza troppi precedenti nella storia giudiziaria, a presentarla è stato un sostituto procuratore generale addirittura anticipando il collegio difensivo dei condannati; in secondo luogo, l’azione del magistrato non ha avuto fin da subito “vita facile” perché Nanni, dopo averla ricevuta sulla sua scrivania, l’avrebbe tenuta lì per alcuni mesi prima di trasmetterla a Brescia, unica sede in cui si doveva stabilirne l’ammissibilità. Secondo la pg di Milano, che guida l’ufficio in cui lavora Tarfusser, il collega avrebbe agito contrariamente al protocollo e al di là delle sue competenze. La procuratrice generale, infatti, non poteva non trasmettere l’atto ma, dal canto suo, lo avrebbe accompagnato con un parere di inammissibilità sostenuto da due presunte criticità sostanziali: secondo Nanni, Tarfusser non sarebbe un soggetto “legittimato” a presentare una simile istanza – da qui l’accusa di aver “scavalcato” la gerarchia dell’ufficio -, e la posizione portata avanti dal collega sarebbe “infondata nel merito” in quanto assenti elementi nuovi che renderebbero esplorabile lo scenario di una revisione.
Strage di Erba: Tarfusser davanti al Csm per il procedimento disciplinare, Nanni convocata come teste
Il procedimento disciplinare a carico di Cuno Tarfusser è entrato nel vivo poche ore fa, l’8 febbraio, mentre intorno alla strage di Erba continua il fuoco incrociato tra innocentisti e colpevolisti a ridosso della revisione del processo (la prima udienza è fissata per il 1° marzo, come indicato nel decreto di citazione a giudizio notificato alla coppia condannata per il massacro). Brescia ha ritenuto preliminarmente ammissibile la richiesta – per Tarfusser motivo di “soddisfazione professionale enorme” – ma nel frattempo, davanti al Csm, il magistrato è chiamato rispondere del proprio operato dopo la segnalazione della procuratrice generale Nanni.
Secondo quest’ultima, il sostituto pg avrebbe “violato i doveri di correttezza, riserbo ed equilibrio” e non si sarebbe attenuto al “documento organizzativo dell’ufficio“. La prossima udienza sarebbe fissata al 27 febbraio e in aula, come teste, sarebbe attesa proprio la procuratrice generale di Milano. Secondo quanto riporta Il Fatto Quotidiano, Tarfusser aveva chiesto di arrivare subito alla decisione sul caso, ritenendo non necessaria la deposizione di Nanni. Lo stesso sostituto pg, intervenuto a SkyTg24 per un commento sul primo ‘sì’ alla discussione della revisione del processo, aveva ribadito di aver agito nel pieno rispetto di ruoli e competenze, certo di non aver violato alcun regolamento: “Ci sono nuove prove (…), evidentemente quelle già deboli ab origine vengono, a mio avviso, disintegrate. Poi vedremo cosa dirà la Corte d’Appello di Brescia. È una soddisfazione professionale enorme, devo dire, che mi ripaga anche di qualche delusione, di qualche negatività che ho subito in questi anni“.