Riccardo Morelli, presidente dell’Associazione Anita, che riunisce le aziende che si occupano di autotrasporti con mezzi pesanti, intervistato da La Verità, critica fortemente i target green imposti dall’Unione Europea, sostenendo che gli obiettivi sono chiaramente irraggiungibili per quanto riguarda il settore. La sfida per la riduzione dei livelli di Co2, che dovrebbe passare attraverso la sostituzione dei motori termici con elettrico e idrogeno verde infatti, non può essere vinta soltanto con queste risorse. Serve puntare anche su alternative come i biocarburanti che potrebbero aiutare nel processo di decarbonizzazione.



Inoltre l’allarme lanciato da Morelli riguarda una futura crisi del settore, che è già sotto pressione per carenza di personale, soprattutto autisti, che le aziende faticano a reperire. Ad oggi, dice: “Ne mancano 25mila, e prossimamente le necessità aumenteranno“, per questo bisognerebbe studiare un piano strategico al fine di rendere più attrattivo nel mondo occupazionale giovanile tutto il settore logistico, in quanto, aggiunge: “Il fabbisogno c’è ma manca l’incontro tra domanda e offerta“.



Riccardo Morelli (Anita): “Target green Ue per i mezzi pesanti sono irrealistici, mancano materie prime e infrastrutture”

Il presidente dell’associazione aziende di autotrasporti Riccardo Morelli, nell’intervista lancia un allarme per la grande penalizzazione che tutto il settore sta subendo. Tra target green europei che sembrano irraggiungibili e le difficoltà a reperire nuovi lavoratori. I vincoli imposti per le strategie di decarbonizzazione Ue, stanno pesantemente avendo ripercussioni che in futuro saranno sempre più tangibili. Come precisa Morelli infatti: “Sarà molto difficile, se non impossibile, che in così pochi anni si riescano a sviluppare soluzioni tecnologiche in grado di dimezzare le emissioni di C02 dei mezzi pesanti“. L’obiettivo è irrealistico perché in Europa c’è carenza di materie prime critiche ed infrastrutture per le energie rinnovabili.



Una soluzione sarebbe quella di creare un apposito fondo per l’autotrasporto, nel quale confluire gli investimenti che promuovono i carburanti alternativi. Una necessità che Anita, così come altre associazioni ha già presentato alle istituzioni, inoltre, la revisione dei regolamenti e dei vincoli per rinnovare le flotte dei mezzi in vista dei nuovi standard Co2, dovrebbe tener conto oltre  anche di alternative meno costose rispetto all’elettrico e all’idrogeno, come ad esempio i biocarburanti e carburanti sintetici.