Tariffe Ssn, Tar blocca la sospensione del decreto ministeriale
Passo indietro del Tar del Lazio sulla sospensione del nuovo decreto tariffe Ssn, con cui il Ministero della Salute stabilisce la somma da rimborsare ai medici e gli operatori sanitari per le visite in ambulatorio, esami e impianto di protesi. Dopo la sospensione, è arrivata la revoca della stessa. Infatti, ieri era stato accolto il ricorso, sospendendo il documento ministeriale e lasciando la Sanità nel caos riguardo le cifre per l’applicazione dei rimborsi, infatti era stato impossibile tra ieri e oggi prenotare visite ed esami.
Il Ministero della Salute ha, quindi, chiesto al Tar di fermare la sospensione, alla luce degli effetti che la stessa avrebbe avuto, cioè bloccare il sistema di prenotazione e la stessa erogazione dei servizi, con ripercussioni sulla salute dei pazienti. Quindi, il tribunale amministrativo ha revocato il decreto tariffe Ssn, ma esaminerà comunque la questione nella seduta plenaria del 28 gennaio prossimo. Ora ripercorriamo quanto accaduto ieri.
Cos’è successo ieri: sospensione decreto cure primarie
La decisione di ieri era arrivata dopo il maxiricorso presentato proprio da centinaia di enti di salute convenzionati, che avevano lamentato il mancato calcolo dei costi aggiuntivi che le stesse strutture avrebbero dovuto sostenere per erogare le prestazioni, sottolineando che le nuove tariffe avrebbero creato notevoli difficoltà di gestione. I nuovi Lea compresi di cure che prima non erano incluse dovevano entrare ufficialmente in vigore il 30 dicembre, ora la sentenza finale è attesa per il prossimo 28 gennaio, ma nel frattempo le norme restano bloccate per sospensione cautelare.
Secondo quanto stabilito dai giudici, che hanno accolto le motivazioni degli avvocati rappresentanti delle strutture, l’applicazione della riduzione dei costi per i cittadini avrebbe causato un notevole disagio, con conseguente rischio di dover negare a molti visite, diagnostica e cure per mancanza di fondi. Questo, per il Tar potrebbe comportare anche una disparità di trattamento, e costringere chi non ha la possibilità a rinunciare ai servizi per non doversi rivolgere a specialisti privati a pagamento.
Il nodo delle tariffe Ssn
Decreto sanità sulle tariffe Ssn ridotte e servizi Lea aumentati bloccato dal Tar del Lazio che ha accolto il maxiricorso delle strutture sanitarie accreditate sostenendo la motivazione dell’aumento dei costi che potrebbe andare ad aumentare i disservizi e la disparità di trattamento tra diverse categorie di pazienti. Nell’aggiornamento dei Lea, livelli essenziali di assistenza erano state inserite numerose prestazioni aggiuntive, accessibili tramite ticket sanitario ridotto rispetto al passato in percentuale tra il 22 ed il 27%.
Inoltre c’era molta attesa per l’applicazione di nuove cure garantite dal sistema sanitario pubblico come la procreazione medicalmente assistita, ma anche l’ampliamento delle protesi fornite, acustiche e per arti e l’enteroscopia con microcamera. Per chi deve accedere in futuro a visite ed esami resteranno quindi in vigore le tariffe precedenti stabilite dalle Regioni e non cambierà molto, almeno fino a quando il Tar non si pronuncerà definitivamente. Mentre per le prestazioni aggiunte che prima non erano considerate primarie, occorrerà attendere ancora.