«Era il migliore dei premier possibile e ora viene descritto da Grillo un uomo senza visione, senza capacità tecnica e organizzativa». Marco Tarquinio, direttore di Avvenire, a Linea Notte del Tg3 difende Giuseppe Conte dopo l’attacco durissimo di Beppe Grillo. Anche se c’erano tutte le premesse per una rottura, Tarquino ammette che non se l’aspettava per il semplice fatto che Conte è stato scelto da M5s. «L’ha scelto lui, non esisteva nella scena politica neppure prima del voto. Ha dimostrato una capacità manovriera non indifferente». A questo punto interviene Mario Sechi, direttore di Agi, che fatica a trattenere lo stupore: «Manovriera?». Per lui infatti Conte è stato invece «trasformista», una definizione che Tarquinio contesta. «No, si sono trasformate le sue maggioranze intorno. Lui è rimasto il perno “giallo”». Nel suo elogio di Conte, Tarquinio si lancia addirittura in un paragone con Giulio Andreotti. «Ha fatto in una manciata di mesi quello che Andreotti ha fatto in qualche anno negli anni ’70 per passare dal governo centrista a quello di solidarietà nazionale. E non ha un partito dietro». Mario Sechi gli fa notare però che «c’è una bella differenza» tra Conte e Andreotti.



SECHI VS TARQUINIO “CONTE SA SOLO ROMPERE”

Mario Sechi, dunque, demolisce punto per punto la difesa di Giuseppe Conte portata avanti da Marco Tarquinio. «Tu hai evocato i due consoli. Visto che siamo dentro le metafore storiche, tu quoque Bruto? Chi cerca di ridurre a reliquia storica il fondatore del Movimento si deve aspettare la reazione del fondatore che, anziché lasciarli il potere dopo averci lavorato per oltre dieci anni, ha detto no. Per come l’ha messa Conte, era difficile arrivare ad un compromesso». Il direttore di Agi ricorda, infatti, che l’ex premier ha rimproverato a Beppe Grillo di non mediare, gli ha pure detto che gli avrebbe mandato lo Statuto ma fino a ieri sera neppure gli iscritti lo avevano visto. «Ha usato toni molto duri, è stato tutto tranne che diplomatico. Siamo di fronte ad un politico o presunto tale che rompe prima con Salvini, poi con Renzi e ora con Grillo. Tre tentativi, tre rottura: vorrà dire qualcosa?». Sechi gli fa poi notare che «la politica è l’arte del compromesso, non della rottura e Conte eccelle in questo».



SECHI “CONTE DRAGHISTA? LA VERITÀ È UN’ALTRA…”

Quello di Beppe Grillo è, dunque, per Mario Sechi un atteggiamento di difesa nei confronti del MoVimento 5 Stelle che ha contribuito a creare con Casaleggio. La pecca di Giuseppe Conte è aver dettato subito le condizioni, anziché mediare. «A mio avviso c’è qualcosa che non va in un interlocutore che rompe tutti i giocattoli che prende in mano». Non la vede così Marco Tarquinio, secondo cui «la vera pecca di Conte a questo punto è la troppa moderazione, non tanto nei rapporti col fondatore, ma nell’approccio complessivo, per come propone la politica. Incarna un’anima che è quella governativa che però si sta disfacendo». Ma Sechi contesta anche il fatto che ora Conte venga fatto passare come “draghista”, visto che in realtà è stato proprio Grillo a spingere M5s verso il governo. «Me lo ricordo io che cercava la maggioranza alternativa, mentre faceva la campagna con i senatori? La verità storica è un’altra. Conte non voleva il governo Draghi e poi si è dovuto adeguare. La storia gli è andata contro perché ha litigato di nuovo».

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