Il virologo Giulio Tarro ribadisce le proprie posizioni sul Coronavirus, crede che si possa “riaprire” Milano e che il caldo aiuterà contro il virus, facendo ben sperare per le vacanze. Discepolo di Albert Sabin stimato in tutto il mondo, Tarro parlando con Affari Italiani ha giudicato eccessivo l’allarmismo attorno al Coronavirus, che serve solo ad indebolire il sistema immunitario, il quale ogni giorno ci protegge da “innumerevoli virus, germi e altri agenti potenzialmente patogeni”.



L’esperienza sui virus maturata in decenni di carriera porta il dottor Tarro a dire che “il rischio rappresentato dal COVID-19 è sostanzialmente uguale a quello delle numerose epidemie influenzali che si registrano tutti gli anni senza per questo provocare scalpore”. Ogni anno muoiono in Italia circa diecimila persone, per lo più anziane o affette da qualche patologia, per il virus influenzale che “non fa notizia”, mentre Coronavirus ha scatenato il panico inutilmente.



“Dobbiamo staccare la spina – ribadisce Tarro – ad una ‘informazione’ ansiogena e ipocritamente intrisa di appelli a ‘non farsi prendere dal panico. Questo soprattutto per permettere alle strutture sanitarie interventi mirati. Oltre il 99% delle persone che vengono contagiati dal Covid 19 guariscono ed i loro anticorpi neutralizzano il virus e possono pertanto essere utilizzati per i contagiati più gravi”. Qui dunque si innesta il discorso sui numeri dei “veri” contagiati, perché dai dati ufficiali la mortalità sarebbe più alta di quanto afferma Tarro.



GIULIO TARRO: NUMERI CORONAVIRUS NON SONO COSì BRUTTI

Resta il fatto che Coronavirus ora è un problema serio, dunque Giulio Tarro dà i suoi consigli: “Prima di tutto è importante la prevenzione. È quindi opportuno un frequente ed approfondito lavaggio delle mani e del viso, coprirsi con il gomito da tosse e starnuti, anche con mascherine ad hoc, stare a casa se ammalati, richiedendo l’immediato intervento sanitario se intervengono difficoltà respiratorie”, ma il virologo ribadisce che Covid 19 non ha la stessa mortalità della SARS del 2003 e neppure della MERS del 2012.

Il nemico sarebbe dunque meno brutto di quanto è stato descritto e andrebbe curato non con un vaccino ma con “una terapia antivirale efficace“, come fatto appunto per SARS e MERS facendo ricorso “agli anticorpi monoclonali e agli anticorpi dei soggetti guariti. Una cura che penso arriverà probabilmente entro l’estate”.

Quanto all’alta mortalità in Italia, la spiegazione di Tarro è la seguente: “Il virus circolava probabilmente già da moltissimo tempo. L’alta mortalità rispetto agli altri Paesi è dovuta non certo ad un virus più cattivo, ma alla sottostima del numero dei contagiati. I numeri che vengono dati dalla Protezione Civile alle 18 tutti i giorni non sono per nulla significativi, sono surreali. Si basano sui risultati di tamponi eseguiti in maniera scoordinata dalle Regioni e su soggetti considerati a rischio. C’è quindi una gigantesca sottostima degli infettati che finisce per dare al Coronavirus in Italia un tasso di letalità 28 volte superiore a quello che si registra in Germania”.

GLI ERRORI DELL’ITALIA CONTRO CORONAVIRUS

Giulio Tarro apprezza lo studio pubblicato dal Corriere della Sera di Luca Foresti e Claudio Cancelli secondo i quali gli italiani contagiati dal virus a fine del mese di marzo sarebbero almeno 11 milioni e 200 mila, il che renderebbe il tasso di mortalità molto più simile a quello delle “classiche” epidemie influenzali, anche se naturalmente molto più diffuso.

Un peso significativo sulle difficoltà italiane è dovuto purtroppo allo “sfascio del nostro Sistema Sanitario Nazionale: dal 1997 al 2015 sono stati ridotti del 51% i posti letto delle terapie intensive. A gennaio quando si è saputo dell’epidemia in Cina, l’Italia non ha fatto nulla. La Francia a inizio anno si è preparata e le ha raddoppiate. Noi no, siamo arrivati tardi. In Lombardia è scoppiata una bomba atomica, tutto in un lasso di tempo troppo breve a fronte della capacità del Sistema Sanitario”. Inutile anche la chiusura dei voli diretti con la Cina “senza controllare gli arrivi indiretti”.

Tarro ritiene che il Covid 19 “sta semplicemente facendo il suo decorso. Un virus che è meno aggressivo sui giovani e sui bambini. I casi di polmoniti interstiziali e trombo-embolici polmonari sono soprattutto su soggetti anziani e con patologie pregresse”.

CALDO ALLEATO CONTRO CORONAVIRUS, PER TARRO “VACANZE POSSIBILI”

Per Tarro dunque è possibile riaprire le attività in città seguendo “pedissequamente” il modello cinese: uso di mascherine, igiene personale accurata e misure restrittive solamente per gli anziani e persone con patologie serie. “Le condizioni per riaprire ci sono già, ma a patto appunto che si tutelino i più deboli. Bisogna inevitabilmente cercare di avere un equilibrio tra salute ed economia, con le dovute accortezze già oggi si potrebbero allentare le norme restrittive”. Quanto alla possibile immunità per i guariti, Tarro risponde: “Posso dire che se una persona ha manifestato la malattia e ha sviluppato di conseguenza gli anticorpi, almeno nell’arco della stagione, non recidiva”.

Molti sono gli scenari possibili: “Covid 19 potrebbe sparire completamente come la prima SARS, ricomparire come la MERS, ma in maniera localizzata o cosa più probabile diventare stagionale come l’aviaria. Per questo serve una cura più che un vaccino. Sono positivo per il prossimo futuro, il caldo si porterà via il virus. Basti pensare alle latitudini africane: il virus non prende piede, ci sono solo piccole endemie qua e là. Wuhan e la provincia dell’Hubei hanno diverse somiglianze con Milano e la Pianura Padana. Il Sud invece per un fattore geografico e climatico è stato meno colpito”.

Verso l’estate, attenzione all’aria condizionata (“vanno fatte le manutenzioni e sanificazioni periodiche”) ma “riusciremo a fare le nostre vacanze, scienza e caldo saranno alleati. Il virus non ha vita facile con il sole, l’acqua salata e la salsedine. Voglio dare un messaggio di speranza”.