Torna a parlare di Covid-19 il virologo Giulio Tarro. E lo fa in un’intervista all’AdnKronos che promette di sollevare polemiche. Interrogato sull’andamento del coronavirus, lo studioso ha sottolineato come a suo dire la sola strada al momento percorribile sia quella che ambisce ad ottenere l’immunità di gregge: “L’ho già detto, è l’unica soluzione in questo momento da adottare. L’approccio giusto al coronavirus dovrebbe essere questo. Facendo così si sviluppano poi gli anticorpi. Ma ormai seguo questa vicenda quasi con distacco, sono diventati tutti tuttologi“. Secondo il virologo, inoltre, la corrente negazionista semplicemente “non esiste, fa comodo crearla. Il virus c’è stato, c’è ancora in forma minore, è stato fotografato anche in laboratorio, ma si supera. Non vedo perché si debba creare questa contrapposizione tra chi semplicemente ha un approccio diverso e, nel mio caso, anche corrisposto da fatti: ho risolto il colera a Napoli, qualcosa saprò“.



GIULIO TARRO: “L’UNICA SOLUZIONE AL COVID E’ L’IMMUNITA’ DI GREGGE”

Un altro aspetto controverso dell’intervista rilasciata da Giulio Tarro all’AdnKronos è quello riguardante l’utilizzo delle mascherine. Sul punto, il virologo ha smentito le indicazioni provenienti dalla massime autorità sanitarie, che vedono nell’impiego delle mascherine uno dei pochi scudi – oltre al distanziamento fisico e al lavaggio frequente delle mani – per abbattere il rischio del contagio. Non sembra pensarla così Tarro, che non a caso ha commentato: “Le mascherine all’aperto per tutti non servono“. Sul vaccino, invece, il virologo dice che “servirà, ma dovrà essere efficace e soprattutto sicuro. In generale bisognerebbe vivere tutta questa situazione con molta più tranquillità“. Poi una precisazione sulla sua mancata partecipazione alla manifestazione dei negazionisti e no mask a Roma: “Non avevo alcuna intenzione di partecipare, ma smentisco categoricamente le voci che sostengono che dalla Regione mi abbiano imposto di non andare. In generale, sul coronavirus, credo che di base ci sia una mancanza di competenza“.

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