A Palazzo Chigi si è insediata la cosiddetta task force contro le fake news, un gruppo di esperti che ha l’obiettivo di vigilare sulle false notizie. L’unità avrà l’obiettivo di contrastare e monitorare la diffusione delle fake sull’epidemia di coronavirus, tenendo conto che negli ultimi mesi, in concomitanza proprio con la diffusione della pandemia, le notizie senza alcun attendibilità sono proliferate in particolare sui social e nelle chat di WhatsApp. La task force si è riunita per la prima volta nella giornata di ieri, 16 settembre, in quel di Palazzo Chigi, una prima riunione operativa per stabilire le modalità del lavoro per svolgere il compito affidatogli. A riguardo la stessa unità di monitoraggio ha fatto sapere: «Il nostro contributo – si legge in una nota pubblicata su fnsi.it a firma Riccardo Luna, Francesco Piccinini, David Puente, Ruben Razzante, Luisa Verdoliva, Roberta Villa, Giovanni Zagni e Fabiana Zollo – sarà supportare le istituzioni attraverso proposte, analisi e strumenti che facilitino la diffusione di informazioni scientificamente affidabili sull’emergenza sanitaria, nella convinzione che il miglior contrasto alla cattiva informazione sia la capacità di ciascun cittadino di saper trovare da sé le notizie e le risposte di cui ha bisogno».



TASK FORCE ANTI FAKE NEWS A PALAZZO CHIGI: “NESSUNA PATENTE DI VERIDICITA’”

Questi hanno poi aggiunto, sottolineando come il loro non sarà assolutamente un servizio di censura: «Siamo concordi nell’affermare, come da provvedimento istitutivo che l’obiettivo non è in nessun modo quello di esercitare censure o limitare la libertà di espressione o il diritto dei cittadini di informarsi. E quindi non è nostra intenzione assegnare patenti di veridicità alle notizie. Faremo attenzione alle richieste dei cittadini, cercando di individuare gli strumenti più efficaci per fare sì che gli interrogativi che nascono in questi tempi di grande incertezza e preoccupazione trovino risposte nella scienza. Infine, lavoreremo affinché, nell’ambito dell’interlocuzione istituzionale con le grandi società tecnologiche, si possano individuare le soluzioni più efficaci per contribuire a migliorare l’ecosistema informativo».

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