Il piano di Vittorio Colao – qui il pdf delle 121 pagine di testo pubblicate da “La Repubblica” – è un power point in cui i 6 macro-punti individuati dalla task force vengono titolati «Iniziative per il rilancio ‘Italia 2020-2022’». Il Comitato di esperti in materia economica e sociale redigono così tutte le proposte che faranno da base di partenza tanto degli Stati Generali prossimi di Conte, quanto delle riforme che dovranno partire al più presto già durante l’estate: si va dall’ipotesi di rinviare il pagamento dell’imposte sui redditi di giugno-luglio, fino alla riforma dei congedi parentali con indennizzi al 60% dello stipendio. Nei 6 punti sono moltissime le proposte, tutte caratterizzate da tre obiettivi “trasversali” del documento: “digitalizzazione e innovazione; rivoluzione verde; parità di genere e inclusione”. Ciascuno dei 6 settori del piano Colao vede poi diversi sottocapitoli con l’annotazione a margine sulle criteri di funding: “principalmente pubblico”, “principalmente privato” e “no funding”.
Tra le varie proposte si segnalano nel settore Lavoro l’esclusione da responsabilità penale dei datori di lavoro a fronte di contagi Covid; nel settore Turismo invece si tenta di «Dare agevolazioni e defiscalizzazioni per le attività del 2020-2021, incentivando gli operatori ad aprire in modo da preservare sia l’avviamento sia l’occupazione, in particolare stagionale (ad es. defiscalizzazione contributiva in caso di assunzione, aumento delle agevolazioni rispetto agli extra costi dovuti alla sanificazione, incentivi alla riapertura)». La nuova Italia dovrà poi puntare molto di più sul tecnologico e sulle connettività: per questo, scrive il Comitato nel piano presentato a Conte, «Accelerare lo sviluppo delle reti 5G anche prevedendo di escludere l’opponibilità locale quando protocolli nazionali sono rispettati. Adeguare i livelli di emissione elettromagnetica in Italia ai valori europei, oggi circa 3 volte più alti e radicalmente inferiori ai livelli di soglia di rischio».
Capitolo delicato quello sulle potenziali “sanatorie” per gli evasori: «Favorire l’emersione attraverso opportunità di Voluntary Disclosure ai fini della regolarizzazione, prevedendo un meccanismo di sanatoria e incentivazione riducendo contribuzione cuneo fiscale, nonché sanzioni in caso di falsa dichiarazione o mancato perfezionamento delle procedure di emersione», si legge nel documento, aggiungendo subito dopo «Sul piano della premialità, favorire la dichiarazione di lavoro nero, prevedendo: da un lato un meccanismo di sanatoria, per il pregresso, sulla scorta di quanto previsto nel decreto rilancio per l’emersione del lavoro irregolare degli immigrati in alcuni settori; dall’altro, un periodo medio di riduzione contribuzione e cuneo fiscale su retribuzione».
PIANO COLAO PER LA FASE 3 IN 6 PUNTI
Come anticipato nelle scorse ore, è stato preparato e presentato il piano della task force guidata da Vittorio Colao al tavolo del Presidente del Consiglio: il Comitato degli Esperti in affiancamento a Palazzo Chigi per la gestione della fase 2 e 3 dell’emergenza coronavirus ha consegnato il rapporto finale che verrà – a quanto apprendiamo da fonti di palazzo – presentato nei prossimi giorni. 35 pagine, 120 proposte operative suddivise in 6 punti cardinali: Imprese e Lavoro; Infrastrutture e Ambiente; Turismo, Arte e Cultura; Pubblica Amministrazione; Istruzione, Ricerca e Competenze; Individui e Famiglie.
Il “piano Colao” per la fase 3, a quanto riporta Huffington Post, nelle prossime giornate sarà presentato e spiegato in un incontro pubblico da Conte e Colao, e solo in quella occasione sarà oltretutto reso noto il futuro immediato della task force: se proseguirà il lavoro, se verrà “compartizzata” per affiancare i vari Ministeri nei prossimi mesi o se invece sarà del tutto congedata. «Abbiamo lavorato con la volontà di fare qualcosa di utile per il paese, se vogliono ancora il nostro contributo, lo daremo, se non verrà richiesto, torneremo al nostro lavoro», spiega Vittorio Colao al termine della videoconferenza dove è stato presentato al Premier Conte il frutto del piano di proposte per la ripartenza-Italia. Sarà proprio questo nuovo “piano” a fornire il punto di partenza per il progetto di riforme annunciato già da Conte nell’ultima conferenza stampa.
PIANO COLAO A CONTE: FI “GOVERNO LO RENDA NOTO”
Nella stessa nota, il Comitato degli esperti spiega di aver operato su base volontaria e senza costo alcuno per la collettività: «ringraziamo il Presidente del Consiglio per l’opportunità offerta di mettere a disposizione delle istituzioni della Repubblica le proprie competenze. Un particolare ringraziamento va ai funzionari delle Istituzioni che nelle otto settimane di lavoro hanno contribuito, agevolato e supportato sul piano tecnico le attività del Comitato». Nella fase 2 dopo la ripartenze il compito del supermanager Vittorio Colao e della sua task force è stato meno “chiaro” e visibile rispetto alla fine della fase 1, tanto da scatenare non poche critiche all’operato di Palazzo Chigi per un potenziale “flop” nell’utilizzo di un Comitato del genere.
Sono gli stessi esperti a spiegare oggi «Il Comitato è stato chiesto di suggerire visione, strategia e iniziative atte a facilitare e rafforzare la fase di rilancio post Covid19. Il precedente rapporto si era invece concentrato sulla metodologia da seguire e le condizioni da realizzare per le riaperture produttive avvenute nel mese di maggio». In attesa di capire che indirizzo prenderà questo Comitato, è la vicepresidente della Camera in quota Forza Italia Mara Carfagna a richiedere con urgenza l’intervento del Capo del Governo per rendere noti i risultati del piano-Fase 3: «il Premier Conte renda noto subito il testo integrale del piano Colao, consentendo a tutti gli italiani un accesso diretto e completo alle proposte della squadra di esperti insediata per disegnare le riforme indispensabili all’Italia». Parlando a nome del Centrodestra, Carfagna in una nota conclude «l’opposizione ha diritto di conoscerne il contenuto senza ulteriori attese: se davvero si punta a coinvolgere tutte le forze del Paese nella fase della ricostruzione e del cambiamento, il lavoro del gruppo Colao non può essere usato come ‘proprietà del governo’ né essere centellinato attraverso le indiscrezioni giornalistiche. Servono trasparenza e coraggio per aprire un grande dibattito pubblico finalizzato a decisioni condivise».