Con il passare dei giorni e l’ingresso in piena fase 2 ci si è forse “dimenticati” che nei mesi del lockdown ad immaginare e impostare le diverse linee guida per le riaperture erano state assoldate diverse “task force” in aiuto del Governo e dei vari Ministeri principali, nell’ottica di costruire in tempi rapidi delle “maxi consulenze” in grado di fornire un alto livello di competenza in merito ai tanti problemi sollevati dal coronavirus. Ebbene, ormai a fine maggio, di quelle task force sembra quasi che siano “sparite” dall’opinione pubblica: eppure ci sono ancora e in alcuni casi producono anche relazioni e pareri ancora in queste ore.
Il caso ultimo è quello del Ministero dell’Innovazione dove la Ministra Pisano assieme a Conte hanno fatto nominare 74 componenti suddivisi in 8 sottogruppi per dirimere l’App Immuni e tutte le nuove tecnologie utili per la fase 2: al netto dei risultati che ancora si dovranno misura, almeno quelle task force qualche “traccia” l’hanno prodotta. Che dire della task force di Vittorio Colao (salita a 24 membri con l’ingresso da ultimo di 11 donne distribuite un po’ lì e un po’ nel Comitato Tecnico Scientifico per “parità di genere”) di cui sembra quasi non esserci più traccia? Questi e tanti altri casi sono stati sollevati oggi da un articolo molto polemico di Sandro Incombetti su Libero Quotidiano che ha tentato di inquadrare i circa 500 “superconsulenti” nominati dal Governo nei mesi di emergenza e di cui si registrano ben poche relazioni, interventi e specifiche disposizioni.
TASK FORCE FASE 2, IL CAOS-GIUSTIZIA
«Sul sito del governo oltre ai nomi dei componenti null’altro è dato sapere. Non uno straccio di relazione, né un brogliaccio. Nessun calendario delle riunioni, niente argomenti trattati. Buio assoluto», scrive Iacometti in merito alla task force di Colao, numero 1 di Vodafone Italia (che vive e lavora a Londra). Stessa sorte per la task force in sostegno al commissario Domenico Arcuri: 40 componenti divisi in 9 uffici diversi, con poche normative effettuate e quelle poche già discusse a livello nazionale ancora negli scorsi giorni (il prezzo “calmierato” delle mascherine).
Ma il caso forse più evidente di “flop” generalizzato del sistema task force – oltre alle tante, troppe linee guida partorite che sono state necessariamente tagliate e semplificate dal Governo nello stilare gli ultimi Decreti per non generare ulteriore confusione – avviene con il Ministero della Giustizia: sono due le squadre create dal Ministro Bonafede, una di 40 componenti per le carceri e una di 20 componenti sulla giustizia ma «non si conoscono neanche i nomi dei partecipanti», scrive Libero.
Vedendo il caos generato dalle scarcerazioni sulle quale Bonafede in persona ha rischiato di essere sfiduciato in Parlamento, si evince che non tutto deve essere funzionato alla perfezione. Stesso discorso anche sulla Scuola, con la Ministra Azzolina che ha “assoldato” 128 superconsulenti durante la fase 1 per gestire la didattica a distanza, mentre “solo” 18 nella fase 2: le scuole sono rimaste chiuse, non si hanno novità su settembre e il Decreto Scuola che doveva essere pronto a fine aprile ancora non è neanche arrivato in Parlamento.