La Tasmania, stato insulare dell’Australia, ha raggiunto la neutralità nelle emissioni di CO2, di fatto assorbendo più anidride carbonica di quella che immette nell’atmosfera. Sembra a tutti gli effetti un paradosso, soprattutto considerando che l’Australia è uno dei paesi al mondo più dannosi dal punto di vista delle emissioni, tra miniere di carbone ancora attive, ed una produzione energetica che fa larghissimo impiego del minerale fossile. Eppure, la Tasmania sembra aver raggiunto la sua neutralità, grazie anche al fatto che circa il 40% delle sua area (pari più o meno al Belgio) è considerato protetto, popolato da più di 800 riserve faunistiche e 19 parchi nazionali.



Come la Tasmania ha raggiunto la neutralità da CO2

Ed insomma, in un mondo che sempre più si ingegna per cercare soluzioni all’inquinamento da anidride carbonica, la Tasmania si è reinventata modello eco sostenibile. Attualmente, infatti, assorbe più CO2 di quanta, concretamente, ne emette, mentre quasi il 100% del suo fabbisogno energetico è soddisfatto dall’energia idroelettrica. Entro il 2040, inoltre, punta a produrre il 200% del fabbisogno energetico, promettendo che il resto verrà inviato all’Australia tramite cavi sottomarini.



Ma qual è il segreto della Tasmania? È presto detto: “Oggi si parla ovunque di tecnologie di cattura e stoccaggio del carbonio. Qualcosa di simile esiste già. Si chiama foresta“, sottolinea Brendan Mackey, ricercatore sul clima presso la Griffith University nel Queensland. Secondo l’esperto, tuttavia, “quello che è successo non è il risultato di una pianificazione consapevole, attenta e a lungo termine. È semplicemente accaduto”. Poco importa, comunque, che sia volontario o meno, perché il risultato è che dalle emissioni di CO2 della Tasmania pari a 12 milioni di tonnellate nel 2005, si è passati nel 2018 a poco meno di 10 megatonnellate. Il tutto grazie ad un sistema rigoroso di interruzione della deforestazione, che non ha tralasciato anche un progetto di riforestazione di alcune aree precedentemente abbattute, specialmente con alberi di eucalipto. Ovviamente l’esempio dello stato australiano è un po’ a se stante, trattandosi di un paese in via di sviluppo, con emissioni di CO2 sotto alla media dei paesi europei, ma questo non esclude che tramite la riforestazione anche in Europa si possano raggiungere soglie importanti di ricircolo dell’anidride carbonica.

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