Nelle maglie della bozza di Legge di bilancio approvata dal Consiglio dei ministri del 21 novembre trova posto anche un provvedimento destinato a coinvolgere alberghi, bar, ristoranti, presentato dal Governo come una mano tesa verso chi lavora nel settore, verso cioè quell’esercito indispensabile al settore turistico che spesso nel post-pandemia si è rivelato introvabile. La norma introduce una tassazione ridotta al 5% sulle mance destinate al personale “impiegato nel settore ricettivo e di somministrazione di pasti e bevande”. Con due vincoli: è infatti applicabile solo entro il limite del 25% del reddito percepito nell’anno per le prestazioni da lavoro e vale esclusivamente per i titolari di reddito da lavoro dipendente non superiore, nell’anno precedente, a 50mila euro.
Il provvedimento ha incontrato il plauso delle associazioni di categoria che non hanno però mancato di sottolineare anche qualche perplessità. “La volontà di regolamentare il fenomeno delle mance è certamente caratterizzata dalle migliori intenzioni – dichiara Lino Enrico Stoppani, Presidente di Fipe-Confcommercio, la Federazione Italiana dei Pubblici Esercizi -. Tuttavia, è necessaria una riflessione approfondita per evitare che questo intervento generi ulteriori oneri per imprese che vivono ormai in permanente difficoltà. Se si vuole creare un circolo virtuoso che consenta l’emersione di un fenomeno che da tempo richiedeva un suo riconoscimento, non solo per i lavoratori direttamente coinvolti, ma anche per le imprese esposte a continui rischi e controlli, è necessario creare un sistema efficace che veda l’imprenditore come semplice intermediario di transazioni economiche destinate dai clienti ai lavoratori. Un sistema che quindi non generi costi aggiuntivi per l’impresa prevedendo la decontribuzione totale così da garantire neutralità e dare efficacia a un provvedimento caratterizzato da intenti e spirito giusti”.
E di tono interlocutorio pare anche la valutazione di Federcuochi: “Il 5% di tassazione sulle mance percepite dal personale dipendente è una misura accettabile” afferma la Federazione, precisando che si tratta di un’iniziativa “volta a favorire l’emersione del lavoro nero e a incentivare l’occupazione dei tanti addetti al settore ricettivo. Resta però da dirimere – conclude Federcuochi – il paradosso che vede le mance vietate dal Contratto nazionale di lavoro”.
Senza contare il nodo dei pagamenti elettronici: “Non so se la flat tax al 5% riuscirà a favorire l’occupazione nel comparto – ha commentato il segretario generale di Confesercenti, Mauro Bussoni dalle colonne de Il Sole 24 Ore -. La riduzione del carico fiscale mi sembra giusta, ma sarebbe anche necessario favorire la possibilità di lasciare le mance con carte e Bancomat: un’esigenza sentita soprattutto dai clienti stranieri. I turisti europei e nordamericani chiedono spesso se sia possibile lasciare le mance con carta di credito”.
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