Il piano di bilancio annuale di Joe Biden ha messo nel mirino miliardari, investitori e grandi imprese che, secondo il presidente USA, dovrebbero pagare un’aliquota fiscale minima del 25%. Gli esperti, tuttavia, sono scettici in merito a questa possibile svolta nel sistema fiscale a stelle e strisce. In tal senso, il “Daily Telegraph” ha riportato alcuni pareri autorevoli, fra cui quello di Ben Koltun di Beacon Policy Advisors a Washington: “Si tratta di un tentativo di Biden di posizionare se stesso e il partito per il 2024, piuttosto che di attuare effettivamente delle politiche. Biden e il Partito Democratico vedono che l’aumento delle tasse sui ricchi, sugli investitori e sulle società è ancora un tema politicamente vincente per loro, anche se non possono attuare fattivamente questa politica”.



Wendy Edelberg, a capo del Progetto Hamilton e senior fellow in Studi Economici presso la Brookings Institution, gli ha fatto eco: “Oserei dire che nessuno si aspetta che il bilancio del presidente venga adottato nella sua forma attuale dal Congresso. Lo considero piuttosto un segnale e l’inizio di una conversazione”.



JOE BIDEN, TASSA SUI RICCHI? GLI ESPERTI: “NON HA PROBABILITÀ DI DIVENIRE LEGGE”

Erica York della Tax Foundation, think tank con sede a Washington, ha poi sottolineato sul “Daily Telegraph” che i miliardari pagano già molte tasse negli Stati Uniti d’America: “Non è quello di cui gli Stati Uniti hanno bisogno in questo momento – ha asserito –. Stiamo vedendo il presidente Biden muoversi in direzione di un codice fiscale poco competitivo che scoraggerebbe l’imprenditorialità e l’innovazione. È una tassa molto difficile da gestire e non credo che abbia molte probabilità di diventare legge. Se così fosse, il risultato probabile sarebbe un aumento dell’elusione o addirittura dell’evasione fiscale”.



York ha concluso dicendo che negli USA è stata sviluppata “un’intera industria” per evitare le tasse di successione. Le proposte di Biden includono piani per aumentare l’imposta sulle società di sette punti percentuali, portandola al 28%, e per quadruplicare la tassa sui riacquisti di azioni al 4%, raddoppiando l’aliquota che le multinazionali statunitensi pagano sui loro guadagni esteri (dal 10,5% al 21%). Biden intende anche aumentare di 2,6 punti percentuali l’aliquota massima per chi guadagna almeno 400mila dollari, portandola al 39,6%.