La tassa di successione impone un pagamento sull’eredità che viene lasciata ai nipoti, figli, coniugi o ad altre persone. L’imposta in Italia vige dal 1862 e secondo il ricercatore  dell’Osservatorio Conti pubblici della Cattolica di Milano, Francesco Scinetti, è tra le più basse d’Europa.

Le cosiddette franchigie (ovvero esenzioni) e le aliquote applicate ai beni ereditati è davvero bassa e dunque anche il gettito fiscale è inferiore a quello ottenuto dagli altri governi dell’UE (nel 2022 appena 1.043 milioni di euro in Italia).



Tassa di successione: percentuali ed esenzioni per eredi

La tassa di successione viene pagata in base al grado di eredità. Dunque vige l’obbligo di pagare la successione soltanto in base ad alcune circostanze (che a breve vedremo).

I parenti diretti quali: figli, coniugi e nipoti, fino ad un milione di euro ereditati non pagano alcuna imposta, per cifre superiori appena il 4%. Il concetto cambia per le sorelle e i fratelli i quali godono di un’esenzione su un’eredità massima di 100mila euro, poi si applica il 6%.



Lo stesso concetto vale per i cognati, zii e nipoti (ovvero i parenti indiretti) ma con la sola differenza che il 6% viene applicata sull’intera eredità (dunque non sono previste soglie per l’esenzione fiscale).

Per tutti gli altri eredi (totalmente estranei alla parentela), l’imposta è pari all’8% ma sui beni complessivi (e non dunque non è prevista alcuna esenzione)

Beni esclusi dall’imposta di successione

Esistono eredità a cui non si applica la tassa di successione (indipendentemente dal grado di parentela). Ecco in quai casi:

  • Titoli di Stato europei e/o italiani;
  • Titoli di aziende;
  • Quote di controllo in società di capitali;
  • Prestazioni derivanti da fondi integrativi;
  • TFR;
  • Mezzi iscritti nel PRA;
  • Assicurazioni sulla vita.

Scinetti fa notare – dall’Osservatorio sui conti pubblici – che l’eredità sugli immobili in Italia è comunque vantaggiosa in quanto l’imposta viene applicata al valore catastale dell’unità e non sul valore reale di mercato.



Poi c’è chi come Enrico Letta, ex segretario del Pd, propone di aumentare e portare la tassa di successione al 20% sugli immobili dal valore superiore ai 5 milioni di euro, così da poter distribuire parte del gettito fiscale ai 18enni (generazione sopraffatta negativamente dalla crisi economica che stiamo vivendo).