Le tasse di successione in Italia sono poco conosciute. Di solito capita che alla morte di un parente vengano chiamati gli eredi legittimi oppure coloro che sono indicati come beneficiari della quota disponibile inserita all’interno di un testamento.

Tassa di successione: chi deve pagarla e a quanto ammonta

Tutti coloro che sono chiamati dunque a beneficiare dei beni lasciati in eredità dal de cuius, per poterne usufruire pienamente dovranno un giorno pagare le tasse di successione previste secondo la normativa vigente. Le tasse di successione possono essere variabili, ma interessano unicamente coloro che sono stati chiamati a godere dell’eredità del de cuius. La variabilità delle tasse deriva dal fatto che alcune persone, non trovando un accordo decidono di ricorrere in giudizio e determinare la divisione dei beni secondo quanto previsto dal codice civile.



Chi invece è in grado di raggiungere un accordo pagherà un’altra quota. Per le masse ereditarie confluite in contenziosi civili, le tasse arrivano al 9%, chi invece decide di godere dell’eredità in pace e serenità potrà pagare una tassa dell’1%.

In realtà la normativa che soggiace al calcolo delle aliquote è molto più vasta. In particolare l’Agenzia delle Entrate chiarisce l’esistenza di alcune franchigie stabilite per le successioni e le donazioni che sono previste dall’articolo 2 comma 48 del decreto legge 262/2006 che prevede l’aliquota pari al 4% per il trasferimenti eseguiti a favore di coniugi o parenti in linea retta da applicare sul valore complessivo netto che ecceda la quota di un milione di euro (esentasse).



L’aliquota del 4% per il trasferimenti in favore dei fratelli e sorelle che eccede alla quota esentasse di 100.000 euro e la quota del 8% per il trasferimenti in favore di tutti gli altri soggetti da applicare sul valore complessivo netto che viene trasferito senza alcun tipo di franchigia.

A tutti i soggetti portatori di handicap viene riconosciuta una franchigia di 1,5 milioni di euro.

Tassa di successione: quando è obbligatoria

Ma quando è necessario pagare l’imposta di successione? È chiaro che l’imposta di successione ha delle scadenze che non possono essere violate. In particolare, per non dover pagare anche gli interessi di mora e le sanzioni, è necessario corrispondere quanto dovuto entro e non oltre 60 giorni a partire dalla data in cui viene notificato l’avviso di liquidazione.
Il versamento effettivo della tassa di successione è obbligatoria per poter disporre di tutti i beni ricevuti in eredità tramite il testamento, ma non si intendono inclusi soltanto i beni mobili, quindi il denaro liquido, ma anche i beni immobili come le case, i terreni e tanto altro.