Italia Viva si era già fatta sentire sulle tasse che il governo vuole introdurre nella Manovra 2020 sulle auto aziendali, e oggi lo ha ribadito il leader dello stesso partito, Matteo Renzi. L’ex presidente del consiglio è stato intervistato dai microfoni del quotidiano Il Messaggero, e nell’occasione ha specificato: “C’è bisogno di eliminare i tre principali errori rimasti: le tasse su zucchero, plastica e soprattutto auto aziendali che sono una inspiegabile mazzata alla classe media, perché è giusto combattere l’evasione fiscale ma va combattuta anche l’invasione fiscale: l’invasione fiscale di nuove tasse e aumenti sconsiderati. Le tasse in Italia sono troppe: facciamole scendere. O almeno non alziamole”. Secondo l’ex Premier, contrario quindi ad introdurre nuove tasse a spese degli italiani, non serve molto per far quadrare i conti, bensì: “Meno di 2 miliardi di euro, non stiamo parlando di cifre enormi: lo 0.1% del Pil”. Per Renzi basterebbe far partire il cuneo fiscale a settembre anziché a luglio “Il problema è risolto. I numeri per eliminare le tre tasse ci sono”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



ITALIA VIVA E IL TWEET CONTRO LE TASSE SULLE AUTO AZIENDALI

Le nuove tasse annunciate dal governo giallorosso sulle auto aziendali, hanno fatto irritare ulteriormente il leader di Italia Viva, Matteo Renzi. L’ex presidente del consiglio non ha lesinato in queste settimane attacchi nei confronti dell’esecutivo, e nelle ultime ore il suo partito ha twittato: “Non finisce qui: su zucchero, plastica e auto aziendali lavoreremo duro nei prossimi giorni. Ci sono i numeri, nel Bilancio e in Parlamento, per evitare che queste tasse salgano”. Una misura, quella che va a colpire le auto aziendali, che tra l’altro non aveva trovato d’accordo anche il ministro per l’economia, Roberto Gualtieri, che intervistato dai microfoni di Radio Uno, in occasione del programma Zapping, ha specificato: “Non ero uno dei più entusiasti per questa misura, ma la misura oggi è stata descritta in modo non corretto da come è nella realtà e potrà essere ulteriormente migliorata”. Lo stesso ministro ha però fatto sapere che l’esecutivo ha preferito introdurre queste misure (come la sugar tax, la plastic tax e via discorrendo) per scongiurare un aumento dell’Iva. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



TASSA SULLE AUTO AZIENDALI, E’ BUFERA

«Italia Viva ha bloccato aumento di IVA e tasse su cellulari e casa. Adesso lotteremo in Parlamento contro sugar tax e tassa sulle auto aziendali. Ci sono i numeri per bloccarle sia in bilancio che in Parlamento»: con queste parole Matteo Renzi ha di fatto sdoganato la bufera” contro il Governo che era già nata qualche ora prima, ovvero quando si è scoperto che nello schema della Manovra 2020 era previsto l’aumento della tassazione del 100% del valore del “fringe benefit”, ovvero per tutte le auto aziendali concesse ad alcuni lavoratori e dirigenti delle aziende. La bufera scatenata da associazioni di consumatori, opposizioni e frange interno dello stesso Governo hanno di fatto costretto il Mef e il Premier Conte ad una parziale retromarcia nella serata di ieri, allungando di fatto ancora l’iter di preparazione della bozza di Finanziaria da presentare al Parlamento a questo punto ad inizio della prossima settimana. Il Governo Pd-M5s tramite il Ministero dell’Economia ha allora annunciato che l’incremento escluderà le vetture ibride ed elettriche mentre per le altre la quota di imponibile salirà dal 30 al 60% del valore attribuito all’auto; il 100% rimane invece come tassa “solo” per i veicoli superinquinanti, anche se al momento non vi è una chiarificazione definitiva su quali auto faranno parte di questa categoria.



TASSA AUTO AZIENDALI: BUFERA SUL GOVERNO

La presa di posizione di Renzi e poi anche del vicesegretario Pd Andrea Orlando ha “costretto” Conte e Gualtieri a rivedere una parte significativa della Manovra 2020, con la contemporanea forte critica di altri parti del Governo per le “microtasse” che si aggiungerebbero a quella sulle auto aziendali. Come da tradizione, le suddette vetture sono auto che i datori di lavoro concedono come benefit, insieme allo stipendio: il bene fino ad oggi è stato soggetto a una tassazione molto agevolata, il cosiddetto “fringe benefit”, ovvero il 30% di una cifra moderata tra il costo chilometrico dell’utilizzo e altri parametri. Ora, con la Manovra 2020 il Governo ha provato ad alzare e non di poco la tassazione andando però a colpire da un lato anche lavoratori non “super-ricchi” ma con semplici auto aziendali, dall’altro colpendo categorie di cittadini che non evadono di norma, dato che il tracciamento del “fringe benefit” è aziendale per cui tutt’altro che passibile di evasione. «L’auto aziendale – affermano le associazioni della filiera auto Anfia, Assilea, Federauto e Unrae – non è un privilegio per ricchi, ma un vero strumento di lavoro, in alcuni casi insostituibile; prova ne sia il fatto che circa il 72% del mercato è composto dai segmenti più bassi (A, B, C) non certo da supercar». Resta da capire come sarà scritta questa norma nella stesura finale della Manovra, con lo scontro interno tra Italia Viva, Pd, M5s e Ministero dell’Economia che è destinato a perdurare, e non solo sulle auto aziendali.