Entro tre giorni scatterà la tassa sui conti correnti. Si tratta di un’imposta di bollo che il governo preleva in automatico da tutti i correntisti salvo alcune eccezioni. La spesa totale per il risparmiatore varia dai 34.20 euro dei privati, ai 100 euro delle aziende, e la tassa viene prelevata in quattro diverse tranche, di conseguenza, entro la fine del mese, vedremo i nostri conti diminuire di 8.55 euro. Se per caso steste gridando alla scandalo sappiate che non si tratta di una nuova tassa, in quanto sono quasi dieci anni che la paghiamo senza battere ciglio, introdotta nel 2011 dall’allora governo tecnico guidato da Monti, con decreto Salva Italia (DL 201/2011). Da quella data versiamo ogni anno una piccola tassa all’erario, che calcolata da IlSole24Ore fa un bel gruzzoletto per lo Stato. L’imposta di bollo vale infatti in media 10 miliardi di euro, una ventata d’aria fresca soprattutto nel periodo in cui stiamo vivendo. Molti cittadini pensavano che la tassa sui conti correnti potesse essere rinviata per via del’emergenza covid, ma non c’è stato alcun spostamento, di conseguenza bisognerà pagarla a giorni se non a ore.



TASSA SUI CONTI CORRENTI, BECCHI: “CI PREPARANO PER UNA FUTURA PATRIMONIALE”

“Dal 30 giugno – le parole di Paolo Becchi, editorialista del quotidiano Libero, decisamente adirato – il governo preleverà direttamente da tutti i conti correnti bancari e postali l’imposta di bollo. Ci chiedono questo ‘regalino’ per sondare le reazioni e prepararci alla futura patrimoniale”. Il governo Conte Bis ha sempre smentito l’introduzione di una patrimoniale, ovvero, una tassa “importante” sui soldi in banca, ma l’imposta di bollo rappresenta senza dubbio una spesa che fa storcere il naso, il cui senso è inspiegabile tenendo conto che i correntisti pagano già diversi euro al mese alla banca per l’apertura dei conti. Ricordiamo che non tutti però dovranno pagare la tassa, precisamente, coloro che hanno una giacenza media al di sotto dei 5.000 euro, così come i titolari di carte prepagate, i conti correnti Paypal e tutti i correntisti che abbiano un Isee inferiore ai 7.500 euro, indipendentemente dall’ammontare in banca.

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