Lo spettro delle tasse sulla casa prende forma. L’iter per raddoppiarle è stato avviato. L’Agenzia delle Entrate lunedì prossimo darà il via in quasi tutta Italia al Sistema integrato del territorio (Sit). È un software con cui finiranno progressivamente in rete una serie di informazioni cartografiche e di anagrafe immobiliare per creare un archivio unico che sia anche di facile consultazione. Stando a quanto riportato da La Verità, questo è il primo vero passo concreto per la partenza della riforma del catasto, quindi della revisione dei valori del mattone e delle tasse relative. Con l’aggiornamento del catasto, spiega il quotidiano, verranno raddoppiati i prezzi di riferimento delle case e quindi l’imponibile.
Il Pd ha parlato negli ultimi anni di intervento di perequazione fiscale, garantito il pagamento delle tasse in proporzione, quindi a invarianza di gettito, ma la situazione è differente. Il calcolo di gettito sarebbe complessivo, quindi sugli 8mila Comuni d’Italia. In questo modo verrebbero “stiracchiati” i prelievi e sfilata dal computo la quota Imu, circa 8 miliardi sul totale annuo di 22. Inoltre, raddoppiando gli estimi, le imposte di registro e l’Irpef che si applica sulle abitazioni diverse dalla prima casa che si trovano nel Comune di residenza volerebbero.
TASSE CASA RADDOPPIATE? SI VA VERSO RIFORMA CATASTO
Una volta completato il lavoro di aggiornamento del nuovo Sistema integrato del territorio (Sit), potrà partire quindi la riforma del catasto. Con elezioni forse lontane, si potrebbe mettere mano al catasto per nuove entrate. L’idea della sinistra è di rendere le tasse più progressive, imponendo a chi ha immobili più vecchi e di pregio di pagare di più rispetto ai meno ricchi che solitamente stanno in periferia, ma in case più recenti e con prezzi più allineati al mercato. Ma secondo La Verità, la trappola è dietro l’angolo, non a caso si tratta di una riforma annunciata più volte e poi puntualmente sparita da leggi e documenti di finanza pubblica. È accaduto anche nel 2019, così pure nel 2017 quando un ddl tra Pd e Forza Italia fu accantonato all’ultimo. Ma ora Bruxelles chiede di tassare anche la prima casa e per un governo di unità nazionale potrebbe essere più semplice dire sì a fronte di una mancanza di gettito. Ed è quanto suggerito anche da Bankitalia, che nell’audizione alla Camera ha spiegato che l’assenza di tasse sulla prima casa è un’anomalia, peccato che nel complesso le imposte sono in linea con il resto d’Europa.