I toni sono perentori: faremo la riforma fiscale senza se e senza ma! Gli esponenti del Governo giallo-rosso ne sono talmente convinti da averne messe in campo almeno 5, due per alleggerire l’Irpef, un altro paio per ridurre il cuneo fiscale sul costo del lavoro, una per introdurre l’assegno unico per i figli a carico. Con quali coperture? Scontato che non si possano utilizzare per lo scopo i finanziamenti resi disponibili con i nuovi fondi europei, le risorse per tutte le proposte in campo, a detta dei promotori, dovrebbero essere le medesime: tagli alle detrazioni fiscali attualmente vigenti per i redditi delle persone fisiche, per le  varie tipologie di agevolazioni, per le accise, gli acquisti di particolari beni, e con una razionalizzazione dei bonus introdotti nel tempo per sostenere i redditi e le famiglie.



Partiamo dal tema delle coperture. Le detrazioni fiscali per le persone a carico, che sono una parte cospicua del complesso delle detrazioni, unitamente ai bonus bebè, asili e scuole materne, acquisti di libri e pannolini dovrebbero essere già  impegnate per finanziare l’assegno unico per i figli fino a 21 anni sulla base delle previsioni di una legge delega approvata dal Parlamento e che dovrebbe essere attuata dal Governo in carica nel corso del 2021. Anzi, per dare una attuazione compiuta al dispositivo legislativo, secondo l’Ufficio parlamentare di bilancio, servirebbero altri 7 miliardi.



Da reperire con ulteriori tagli delle detrazioni vigenti? Quelle destinate a sostenere i super bonus per le ristrutturazioni edilizie e le efficentazioni energetiche sono già  ipotecate, e in crescita, per i prossimi 5-10 anni. Idem quelle per l’acquisto dei mobili e il rifacimento delle aree verdi delle abitazioni. Per le detrazioni per le spese sanitarie, già oggetto di proposta nella precedente Legge di bilancio, si era preso atto dell’impraticabilità di tagliarle per i redditi che finanziano con le tasse la spesa sanitaria, ma che di fatto sono costretti successivamente a pagare pure per l’accesso ai servizi sanitari. Il resto delle detrazioni sono quisquilie. Fine del tema.



Passiamo ai bonus. Nei tempi recenti sono stati promossi a piè sospinto per sostenere i bassi redditi individuali, gli 80 euro di Renzi e le aggiunte della Legge di bilancio 2020, e per favorire l’acquisto di automobili, motorini, biciclette, monopattini, viaggi turistici, bonus cultura, servizi di babysitteraggio (qualcosa mi sono certamente scordato).

E continua a essere la tecnica preferita da tutti i ministeri per sostenere i provvedimenti economici che li riguardano. Comprese le agevolazioni  che verranno proposte per utilizzare le risorse europee del Recovery fund a partire da quelle che verranno finalizzate per favorire i risparmi energetici e la sostenibilità ambientale. Se tanto ci dà tanto, su questo fronte non ci saranno tagli, ma ulteriori fabbisogni di copertura finanziaria.

Fine del tema… per coloro che utilizzano il cervello. Ma non per i politici, e per le politiche, che sono attualmente in voga. Infatti, anche in assenza di coperture, vengono proposte due diverse riforme dell’Irpef. Una per ridurre il numero degli scaglioni delle aliquote (M5S), una seconda per aumentarle (ministro Gualtieri e Italia viva). Non bastasse, sempre il ministro Gualtieri ritiene urgente un ulteriore taglio generalizzato del cuneo fiscale (i contributi sociali sulle imprese) per tutto il territorio nazionale per favorire la competitività  delle imprese.

Come negare la validità di quest’ultima proposta? Ci pensa lo stesso Governo, che nel recente decreto il taglio dei contributi sociali l’ha previsto solo per le regioni meridionali, per l’esigenza di attrarre gli investimenti in queste aree. Con il proposito, scritto, di estendere questo beneficio per i prossimi 10 anni,  e un fabbisogno di 40 miliardi di ulteriori coperture, con il consenso dell’Ue (della serie “non saranno impegnati i fondi europei per ridurre le tasse”).

Il bello è che questa gigantesca presa per i fondelli viene accompagnata da fior di commenti positivi di esperti che prendono posizione per l’una o per l’altra opzione. Da giornalisti convinti di anticipare quello che sicuramente si sta preparando nelle segrete stanze del Governo. Con  sostegni accorati delle rappresentanze datoriali e sindacali, che nel frattempo non mancano di ricordare al Governo di allargare la spesa per introdurre altri bonus, defiscalizzare gli aumenti salariali, aumentare le pensioni e i sostegni ai redditi, e altri ammenicoli vari.

Bisogna recuperare lo spirito del piano Marshall affermano in molti, oserei dire pressoché tutti. Perché effettivamente le dinamiche descritte richiamano molto i comportamenti della politica e della società civile che hanno fatto ripartire l’Italia nel secondo dopoguerra. Infatti, queste fesserie ce le possiamo permettere grazie ai sacrifici e ai risparmi di quelle generazioni. A fare i debiti ci pensiamo  noi.