Terminata la tregua fiscale, il tema su chi si ritrova a dover versare delle tasse non ancora pagate si fa sempre più interessante. Il Governo sarebbe intenzionato a ridurre le pene e in alcuni casi, potrebbe prevedere delle eccezioni che mirino a salvaguardare la posizione debitoria di un contribuente italiano.
Negli ultimi tempi il fisco vorrebbe essere più generoso nei confronti delle imprese collaborativeriforma fiscale possa introdurre la cosiddetta “evasione fiscale da sopravvivenza“. Un motivo realmente giustificato che potrebbe “giustificare” i debiti di un imprenditore in preda alle difficoltà economiche.
Il fisco interviene sulle tasse non pagate, sì, ma come?
La nuova posizione del fisco sembrerebbe essere più clemente nei confronti di chi non abbia versato le imposte a patto di averlo fatto per dei motivi realmente validi e comprovanti. Il Consiglio dei Ministri (dopo un confronto tra i tecnici), valuterà il da farsi e come rendere il sistema italiano “meno punitivo”.
L’imprenditore che potrebbe salvarsi dai processi penali sarà colui che si accorderà preventivamente con il fisco, pagando le tasse che presuppone debba versare in base all’eventuale reddito dichiarato, ed evitare un processo che possa metterlo ancora più nei guai.
L’allineamento italiano secondo Maurizio Leo
Maurizio Leo – ministro dell’Economia italiana – è intervenuto in diverse occasioni sottolineando come la riforma fiscale italiana preveda delle sanzioni punitive troppo aggressive rispetto a quelle previste dagli altri Paesi europei.
Nel caso in questione, il ministro ha parlato e messo in evidenza come nel nostro Bel Paese la multa per una omissione della dichiarazione dei redditi ammonti dal 120% al 240% in più sulle imposte dovute, mentre per una dichiarazione incompleta o infedele la pena sia tra il 90% e il 180% in più sul totale.
Nei paesi europei la multa invece, si atterebbe ad un massimo del 60% sul totale da corrispondere all’erario. Una differenza “abnorme” come dichiarato da Maurizio Leo.