L’articolo 5 della L. 111/2023, contiene i principi e i criteri che il Governo vorrebbe dare al fisco di domani. Si tratta di principi che dovranno essere declinati nei decreti legislativi delegati che andranno a disegnare la nuova Irpef che il Governo punta a realizzare. Il processo di revisione o di riforma dell’Irpef che il Governo punta ad introdurre è ambizioso, in quanto vuole giungere, allo stesso tempo, alla revisione e alla graduale riduzione dell’Irpef, punta a mantenere la progressività dell’imposta e da ultimo punta alla definizione di una aliquota unica.
La riforma punta all’equità più che all’uguaglianza e il successo o l’insuccesso del tentativo in campo passa per un articolato e coordinato processo di revisione dell’attuale sistema delle deduzioni e delle detrazioni di imposta. A rendere ancora più ambizioso il progetto di riforma è il ruolo della natalità e lo stimolo a quest’ultima che il Governo vuole dare. In gioco è il progressivo invecchiamento della nostra società che mette a rischio, tra l’altro, il sistema delle pensioni e quello sanitario. Da qui l’intenzione di introdurre, per dare maggiori risorse alle famiglie, meccanismi di imposizione fiscale sul reddito delle persone fisiche che tengano conto della composizione del nucleo familiare, della salute delle persone, dell’istruzione, della previdenza complementare e di tutela della casa mantenendo, attraverso una radicale rivisitazione, gli incentivi utili a valorizzare la rigenerazione urbana e la riqualificazione edilizia.
L’equità è l’obiettivo più complesso da raggiungere ed è legato alla definizione di società che si vuole e dovrà passare per interventi trasversali da realizzare all’interno di tutte le categorie di reddito che saranno previste in ambito Irpef. Secondo alcuni osservatori la nuova rotta disegnata dal Governo sarebbe oggi più corretta rispetto all’obiettivo declinato in campagna elettorale che puntava alla introduzione, generalizzata, della flat tax anche per i redditi di lavoro dipendente. Per questi ultimi l’incentivo immediato introdotto dal Governo è rappresentato dagli interventi in tema di tassazione degli straordinari e delle tredicesime. Per il lavoro autonomo, invece, gli incentivi immediati sono costituiti dall’allargamento della flat tax e dall’introduzione, temporanea, della flat tax incrementale.
L’obiettivo della riforma, dunque, è ambizioso ma si scontra con l’attuale fase della congiuntura economica. Poche risorse disponibili in conseguenza della frenata nella crescita del Pil e poca lungimiranza nel proporre un articolato piano di opere pubbliche. L’ultima opera realizzata in Italia è la TAV ed è difficile individuare un’opera che caratterizzi la seconda repubblica. Le riforme potrebbero essere quello che caratterizza l’attuale fase politica della nostra Repubblica, posto che guarderebbero alle prossime generazioni.
Chi è contro il tentativo di riforma evidenzia che gli interventi proposti sono parziali e al loro interno ci si trova tutto e il contrario di tutto. Sarebbero presenti dettagli che singolarmente considerati appaiono sensati che tuttavia, mancando una visione di insieme, rischiano di aggiustare una cosa e nel contempo di romperne un’altra. Spesso chi segue questo indirizzo non fa parte, ma lo è stato nei passati Governi, della schiera di soggetti che stanno elaborando le nuove linee di intervento, per cui rischia di non essere obiettivo. È sotto gli occhi di tutti, infatti, che l’attuale sistema dell’Irpef è degenerato perché vede convivere insieme la progressività o presunta tale e cedolari secche profondamente diverse tra loro (applicate agli affitti, ai dividendi, alle plusvalenze finanziarie, ecc).
L’elemento di congiunzione tra le due visioni è ciò per cui la riforma non deve essere un elemento divisivo. È giusto che l’attuazione della riforma passi per un confronto che punti a evidenziare le criticità che inevitabilmente accompagnano ogni riforma. Il confronto dovrebbe avvenire tenendo presente le ideologie, diverse tra loro, che caratterizzano gli schieramenti politici che si confrontano, ma altrettanto dovrebbe essere un confronto senza preconcetti ma di prospettiva. Il Governo ha messo in campo l’intenzione di realizzare il ponte sullo stretto e di far ripartire il nucleare.
L’opposizione aggiunga alle sue condivisibili proposte in tema di diritti civili qualcosa di più immediatamente percepibile dai cittadini. Checco Zalone nel suo ultimo spettacolo, Amore + Iva, ha sottolineato efficacemente alcune storture del nostro sistema fiscale. La riforma fiscale e quella amministrativa sono, dunque, un assunto per le nuove generazioni. La vera sfida è costruire l’anello di congiunzione tra i due schieramenti. Il recupero delle risorse passa per un efficientamento del nostro sistema e non solo attraverso l’applicazione semplicistica del principio per cui occorre tassare di più chi ha di più.
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