“È una delle ipotesi perché la normativa europea lo prevede, ma ci si deve lavorare”. Così il viceministro dell’Economia Maurizio Leo commenta la possibilità che nella riforma del Fisco a cui lavora il Governo compaia anche l’azzeramento dell’Iva su alcuni prodotti di prima necessità.
Sul fronte alimentare l’idea – riporta l’agenzia Efa News – è quella di costruire un “carrello della spesa” con aliquote ridotte, a cominciare da pane, pasta, latte, carne, pesce, ma anche l’acqua minerale, così da provare a “contenere anche l’inflazione”. Si punterà quindi al riordino delle quattro aliquote esistenti, del 4%, 5%, 10%, e 22%.
L’ipotesi – ricorda il TGCom 24 – era in realtà già stata ventilata dallo stesso viceministro Leo, che aveva aperto a “un meccanismo di esenzione per alcune categorie di beni così come si è già sperimentato per i vaccini contro il Covid”. Una sorta di aliquota zero per alcuni prodotti. Il ministero aveva preparato simulazioni con Iva zero per i prodotti alimentari oggi soggetti al 4%, con riduzione al 5% per altri oggi al 10%: un’operazione che costerebbe 4-6 miliardi di euro. L’ipotesi, però, era stata accantonata, mentre nel frattempo del taglio dell’Iva hanno beneficiato prodotti per la prima infanzia come pannolini e biberon.
Per sapere se lo scontrino della spesa potrà diventare più leggero si dovrà però ancora attendere qualche giorno: la riforma del fisco dovrebbe infatti essere portata la prossima settimana in Cdm, con un obiettivo definito: la nuova legge delega in corso di elaborazione punta a “garantire il pieno allineamento tra quest’ultima e quella dell’Unione europea, nonché a razionalizzare e semplificare la disciplina dell’imposta nell’ottica del miglioramento del rapporto tra il fisco e il contribuente” ha detto il sottosegretario all’Economia, Sandra Savino, rispondendo in commissione Finanze alla Camera a un’interrogazione FdI.
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